Un allestimento rinnovato, l’ampliamento del percorso espositivo nelle sale dello storico Palazzo ducale, una nuova
illuminazione, un programma di divulgazione online, una maggiore accessibilità e un museo che vuole essere ancor più vicino ai suoi visitatori. E poi,
diverse mostre che ripercorrono la storia di Urbino attraverso alcune figure chiave. Sono queste alcune novità del nuovo corso della Galleria nazionale
delle Marche, inaugurato dal direttore Luigi Gallo, da poco insediatosi alla guida del museo. Con un obiettivo ben chiaro, come ci spiega: «Allargare e
approfondire quanto la Galleria fino a oggi ha raccontato, sviscerando i legami della pittura conservata al museo con la storia di Urbino e più in
generale delle Marche a cavallo tra il Cinquecento e il Settecento, con opere mai viste prima o non esposte nel percorso permanente».
Il
nuovo percorso di visita vede il riordinamento di tutta la collezione all’interno dell’edificio, a partire dal secondo piano: qui sono state aperte sale
prima non accessibili al pubblico col fine di distribuire la raccolta su tutta la superficie espositiva disponibile, partendo dal Cinquecento per
arrivare fino al Settecento, e facendo confluire in quest’ordinamento anche la collezione Caripesaro.
«Un percorso unitario che racconta la
pittura nelle Marche tra la metà del Cinquecento e il papato Albani», sottolinea Gallo, «e che vede anche una parte tematica sul paesaggio, una sui
ritratti, e un’altra ancora sul Settecento con un approfondimento sulla figura di papa Clemente XI Albani. Inoltre, stiamo anche lavorando alla Sala
della grafica in modo da poter disporre del fondo Viviani, una raccolta molto interessante che conserva alcuni capolavori della grafica di Federico
Barocci».
Al grande pittore urbinate verrà dedicata, tra qualche anno, una grande mostra: prima però sono previsti altri appuntamenti.
«Vogliamo fare delle mostre molto serie», afferma il direttore, «in numero minore rispetto al passato: la pandemia, infatti, ci ha spinti a riflettere
molto su come investire nelle esposizioni». Le rassegne saranno, dunque, tutte legate a Urbino: a maggio è partita la mostra
Sul filo di Raffaello. Impresa e fortuna nell’arte dell’arazzo, che chiude simbolicamente le celebrazioni per il cinquecentenario
raffaellesco con l’esposizione di dodici arazzi monumentali restaurati per l’occasione. A novembre ci sarà una mostra sul Danteum di Giuseppe Terragni e
Pietro Lingeri, poi un’esposizione dedicata al Palazzo ducale e al suo ruolo nell’architettura contemporanea. Nel 2022 il secentesimo anniversario della
nascita di Federico da Montefeltro sarà ricordato con un progetto espositivo sul periodo aureo della Urbino della seconda metà del Quattrocento. A
seguire, la mostra su Federico Barocci per chiudere idealmente il ciclo con il grande artista che, partendo da Raffaello, ha condotto la pittura
urbinate verso il Seicento.
Finestre sull'arte
Grandi novità per la Galleria
nazionale delle Marche
di Federico D. Giannini