Studi e riscoperte. 2
La figura del minotauro

ASTERIONE
VERSUS TESEO

Tema letterario, storico, filosofico, sociologico, religioso, il labirinto, metafora della condizione umana, richiama alla nostra memoria il noto mito del minotauro. Topos iconografico caro all'arte, fin dall'antichità.

Mauro Zanchi

È necessario avere coraggio per entrare nel labirinto di Cnosso e in tutte le sue metafore. Non mi riferisco a Teseo. Immagino che ne serva molto di più per starci dentro a lungo, come il Minotauro, vivendolo dalla nascita. Il labirinto(1) è al contempo una condizione di esistenza, un percorso iniziatico, un mitologema, un progetto di sopravvivenza. È anche una modalità di proiezione simbolica, uno schema di autorappresentazione, un modello astratto della congetturalità, e molto altro ancora, forse una struttura in continua metamorfosi, dove si entra per trovare qualcosa, per risolvere un imprevisto o un problema, prima di cercare una via d’uscita. A prescindere da ciò che evoca e simboleggia ogni percorso tortuoso, viscerale, il dedalo rimanda all’esperienza che coniuga o allinea o rimescola azioni reiterabili: cercarsi, perdersi, ritrovarsi, riperdersi, ricercarsi. Va da sé che queste azioni comprendano tutti i rimandi archetipici, presenti nelle discipline storico-religiose, magico-culturali, storico-letterarie, filosofiche, archeologiche, linguistiche, iconologiche. 


Le storie del labirinto e del Minotauro sono note a tutti, familiari forse ancor prima che le sentissimo narrare dall’antichità fino a ora perché sono dentro di noi. Queste poche righe in un breve excursus cercano di riattivare di nuovo, per l’ennesima volta, un racconto, in una struttura che è simile a quella della nostra mente.