Più di una volta, quando alle persone è stato chiesto di quale colore fosse Concrete, hanno risposto: grigio,
azzurro, blu o talvolta anche rosa. Ed è così. L’edificio con la sua facciata in policarbonato assorbe la luce e cambia nuance durante il giorno, a
seconda dell’ora e della posizione del sole. È l’ultimo nato ad Alserkal Avenue, il “galleries district” di Dubai. Concrete, progettato dallo studio OMA
- Office for Metropolitan Architecture, fondato da Rem Koolhaas, è stato inaugurato nel marzo 2017, durante l’Art Week. Pensato quale spazio
multifunzionale, è ubicato come una quinta teatrale a margine di The Yard, la piazza al centro del distretto artistico della città. Misura oltre
milleduecento metri quadrati ed è dotato sulla parte frontale di pareti mobili tali da creare una soluzione di continuità tra l’esterno e l’interno.
Concrete è più di un edificio di pregio architettonico, è l’epilogo di una storia legata al modello culturale che, nei primi anni Duemila,
cominciò a prendere forma a Dubai, capitale internazionale del business, in cui vi era una totale assenza di luoghi di cultura e d’arte, a parte qualche
museo di storia locale. Tutto prese avvio nel biennio 2006-2007, quando Christie’s aprì in città un ufficio. In parallelo, nel marzo 2007, si inaugurava
la prima edizione di Art Dubai, importante fiera d’arte moderna e contemporanea. A quel tempo, la sola e unica galleria del settore era Green Art
Gallery, che aveva la propria sede nel Difc (Dubai International Financial Centre), insieme a un gruppo di spazi di “art dealers”, che proponevano opere
pittoriche di gusto arabo piuttosto tradizionale. Art Dubai, all’inizio, stentò a trovare un proprio paradigma e, per chi aveva esperienza di fiere
d’arte, appariva come qualcosa di incompiuto. Le opere degli artisti, quasi tutti mediorientali, erano presentate senza una chiara linea curatoriale. Ma
in breve tempo i galleristi cominciarono a credere nella fiera, così come i collezionisti locali e internazionali che vivevano nella città degli Emirati
Arabi Uniti. Art Dubai anno dopo anno iniziò a trovare una propria identità. Le gallerie, sempre più internazionali, tendevano comunque a dare spazio al
lavoro di autori soprattutto di cultura araba, del Pakistan, dell’India e in parte dell’Africa. L’evento divenne il motore di un progetto culturale che
guardava all’iniziativa privata, al mercato dell’arte, come modello. Ma tutto era da costruire. Da zero. E soprattutto mancava il luogo adatto per
ospitare le gallerie.
Luoghi da conoscere
Concrete a Dubai
CENTRO DI GRAVITÀ
CULTURALE
Ad Alserkal Avenue, distretto artistico di Al Quoz, area industriale di Dubai, è stato inaugurato pochi anni fa Concrete, spazio museale multidisciplinare progettato dallo studio Oma di Rem Koolhaas e destinato a ospitare mostre ed eventi di portata internazione.
Riccarda Mandrini