Arte Contemporanea OEHLEN A LUGANO di Cristina Baldacci Collezionista, curatore e artista sono i tre ruoli giocati da Albert Oehlen nell'esposizione in corso al Masi Dove, insieme ai dipinti dell'autore tedesco, troviamo opere di noti colleghi come De Kooning, Schnabel e West i intitola la mostra, in corso fino al 20 febbraio 2022, che il Masi Lugano - Museo d’arte della Svizzera italiana dedica ai dipinti del tedesco Albert Oehlen (Krefeld, 1954) e alla sua collezione, da lui stesso anche allestita, che contiene opere di illustri colleghi come Willem de Kooning, Julian Schnabel e Franz West. Oehlen si presenta dunque nel ruolo di artista, ma anche in quello complementare di collezionista e curatore. Una triplice anima che ben si addice al suo modo di fare arte, che consiste in una ridefinizione della pittura, portata ai limiti con manipolazioni sia sul piano formale, sia contenutistico, dove la citazione e il remake o remix (la musica è una costante fonte di ispirazione per l’artista) sono strategie per appropriarsi del lavoro altrui e poi evolverlo in modo del tutto personale. La sua pittura mira infatti a decostruire in particolare la grande tradizione dell’astrazione, tanto di stampo espressionista quanto geometrico, per portare il linguaggio al “grado zero”. Si tratta pertanto di un’indagine che riguarda primariamente il mezzo espressivo in sé: la pittura si riduce a segno, gesto, colore, tempo. Una volta destrutturata nei suoi elementi essenziali, la pittura è pronta per essere rielaborata: la tela diventa per Oehlen un banco di prova dove improvvisare tonalità, ripetere forme, contaminare materiali e generi, passando dall’astrazione alla figurazione e viceversa, facendo uso del collage e delle combinazioni generate dal computer. Fin dagli anni Ottanta, quando dopo essere stato allievo di Sigmar Polke si è distinto tra i cosiddetti “Junge Wilde” (giovani selvaggi), è stato fautore della “cattiva pittura”, tendenza che nel rifiutare regole e canoni prestabiliti ha giocato sull’estetica del brutto, poi consolidatasi anch’essa come categoria dell’arte contemporanea, adoperando colori accesi e pennellate veloci e volutamente sgraziate. Nel percorso allestito al Masi, che mostra, seguendo il personale gusto dell’artista, uno spaccato di storia dell’arte recente, è evidente come la “schlechte Malerei” di Oehlen abbia debitamente trovato, per non dire conquistato, il suo posto. S grandi quadri miei con piccoli quadri di altri Albert Oehlen, Senza titolo (2005/1997). grandi quadri miei con piccoli quadri di altri a cura di Albert Oehlen Lugano, Masi - Museo d’arte della Svizzera italiana fino al 20 febbraio 2022 www.masilugano.ch