Ogni generazione ha luoghi e date che hanno segnato il passaggio della linea d’ombra della maturità.
Per chi oggi è tra i quaranta e i cinquant’anni, luogo e data sono Genova, 20 luglio 2001. Quel giorno centri sociali, Ong, sindacati, attivisti
di sinistra, cattolici e ambientalisti erano scesi in piazza a manifestare contro il G8, l’aumento delle disuguaglianze sociali, la devastazione
ambientale, il peso delle multinazionali nella società. I manifestanti furono caricati illegalmente e con violenza dalle forze dell’ordine in scontri
che culminarono con l’uccisione di Carlo Giuliani da parte del carabiniere Mario Placanica. Quella stessa notte, polizia e carabinieri fecero
un’irruzione in modalità “macelleria messicana” alla scuola Diaz, edificio che il Comune di Genova aveva riservato ai manifestanti per dormire. Il
confine con la tortura venne oltrepassato nei successivi interrogatori nella caserma di Bolzaneto. I fatti di Genova hanno creato una frattura
politico-generazionale che continua ad allargarsi ancora oggi, e una valanga di processi, molti anche a livello internazionale, ancora da concludere.
Per questo, nel 2004 è nato il collettivo Supporto legale: per aiutare dal punto di vista giuridico e finanziario le persone sotto processo. E proprio
per raccogliere fondi e mantenere viva la memoria dell’accaduto, negli ultimi venti anni parecchi fumettisti hanno organizzato manifestazioni, mostre,
antologie collettive. Molti di questi interventi si ritrovano oggi raccontati nel volume Nessun rimorso. Genova 2001-2021 (Coconino Press - Fandango),
che raccoglie noti contributi di più autori insieme a molti inediti realizzati per l’occasione.
Ieri come oggi, svariati lettori hanno criticato aspramente questi contributi perché, a loro avviso, una storia a fumetti non deve riflettere le
idee politiche di chi la realizza. Il che è paradossale, oltre che antistorico. Paradossale perché ogni artista mette nelle sue opere, quali che siano,
la propria visione del mondo. Antistorico perché basta sfogliare, per esempio, una rivista come “Linus” ma anche “Dylan Dog” per rendersi conto della
quantità di autori che hanno espresso la loro opinione, spesso anche senza filtri, su fatti e uomini politici della loro epoca. Il problema semmai è
quanto questa presa di posizione rischi di creare storie a tema e poco interessanti. Inoltre, utilizzare fatti e personaggi di un’epoca, dando per
scontato che siano conosciuti da tutti, può dare come risultato storie che poi risultano incomprensibili per futuri fruitori che non abbiano gli stessi
punti di riferimento: è il destino di molta satira politica che ha spesso una breve data di scadenza. Allo stesso modo, la troppo poca distanza tra gli
autori e gli argomenti narrati rischia di generare racconti didascalici e poco appassionanti dal punto di vista narrativo. Sono due trappole in cui
cadono la maggior parte delle vicende di questo volume, pur raffigurate e descritte da alcuni dei migliori fumettisti italiani. Anche Zerocalcare,
l’autore più presente del volume con molto materiale inedito, non riesce a trasformare l’esperienza personale in una narrazione compiuta, come invece
aveva fatto con il reportage da Kobanê (Siria).
Storie a strisce
LA LINEA D’OMBRA
DI UNA GENERAZIONE
di Sergio Rossi