Studi e riscoperte
Extraterresti nell'arte antica

SOLE E LUNA ALLA GUIDA 
DI NAVICELLE SPAZIALI?

Nei dipinti religiosi del passato talvolta troviamo raffigurazioni di oggetti e personificazioni non ben identificabili. Secondo una lettura decisamente audace si potrebbe pensare a presenze aliene. Sarà davvero così?

Mauro Zanchi

Nella Crocifissione (1350) del monastero Visoki Dečani, in Kosovo, le personificazioni del Sole e della Luna sono state immaginate come un passaggio di veicoli simili a navicelle intergalattiche. La visionarietà dell’artista anonimo testimonia il transito di viaggiatori nello spazio-tempo, ovvero di esseri che si muovono alla velocità del pensiero e dell’immaginazione, per giungere all’origine della vita e del mistero, oltre ogni multiverso, oltre ogni distanza, oltre la fisica quantistica e la relatività, oltre ogni interpretazione teologica, per entrare nel cuore di colui che ha fede.

A differenza delle rappresentazioni del Sole e della Luna che compaiono nella Deposizione (1178) e nella Leggenda di Barlaam (1215 circa), realizzate da Benedetto Antelami rispettivamente per il duomo e per il battistero di Parma, la versione di Visoki Dečani è più ardita, e sarebbe sicuramente piaciuta ai futuristi, agli avanguardisti delle macchine volanti, agli scienziati che vogliono conoscere l’universo. Si spinge molto oltre il determinato momento storico e geografico, oltre la tradizione iconografica cristiana, e pare una proiezione volta a bucare ogni salto multidimensionale.