Musei da conoscere. 2
Il museo archeologico nazionale a Cividate Camuno

LA VALLE DEI SEGNI 
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Dal giugno scorso ha aperto i battenti nel centro storico dell'antica civitas camunnorum il nuovo museo archeologico nazionale della Val Camonica, per raccontare, in una sede diversa e molto più ampia rispetto a quella originaria, la "romanizzazione" di un territorio scandito da siti ricchi di storia.

Stefano Luppi

I camuni erano gli antichi abitanti dell’attuale Val Camonica, sottomessi dai romani nel 16 a.C. dalla spedizione militare del senatore Publio Silio Nerva contro i villaggi dislocati sul territorio alpino dominato dai 3554 metri del monte Adamello. La loro presenza è definita anche grazie alla citazione: «Gentes alpinae devictae Trumplini Camunni» nella lunga iscrizione del Trophée d’Auguste (Tropaeum Augusti) a La Turbie presso Nizza(1), che testimonia il lungo dominio di Roma su queste terre nordiche. Il centro della valle divenne dunque Civitas Camunnorum e nel tempo assimilò il modello urbano romano con un’area pubblica destinata ad accogliere terme, teatro, anfiteatro e varie “domus”: prove ancora ben visibili a Cividate Camuno (Brescia), il “capoluogo” dell’area alpina dove dall’11 giugno scorso è stato aperto il nuovo Museo archeologico nazionale della Val Camonica. Sostenuto dal Comune di Cividate e dalla Direzione regionale musei della Lombardia – retta da Emanuela Daffra – in collaborazione con la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, Regione Lombardia e Comunità montana, sostituisce il piccolo museo originario che in altra sede vide la luce il 5 luglio 1981.

I reperti di età romana rinvenuti a Cividate Camuno e nel territorio circostante soprattutto dagli ultimi anni Ottanta del secolo scorso sono molti e necessitavano di un luogo di maggior respiro, posto auspicabilmente nel cuore della antica città romana. «Gli spazi espositivi, quadruplicati rispetto a quelli della prima sede», spiega Serena Solano, curatrice scientifica del progetto museale e direttore dei Parchi archeologici della Val Camonica romana, «consentono di contestualizzare meglio i ritrovamenti romani, in parte mai esposti, inserendoli anche nel più ampio panorama territoriale. L’obiettivo principale è stato quello di realizzare un luogo “vivo”, dove il “racconto” espositivo fosse in continuo dialogo con il territorio e tutte le sue emergenze romane ancora ben presenti. Filo conduttore è la “romanizzazione”, il graduale processo di incontro tra culture avvenuto in maniera pacifica e mantenendo forti elementi di continuità»(2).

UN PREGEVOLE RITRATTO MASCHILE IN NUDITÀ EROICA ORIGINARIO DELL’AREA DEL FORO DI CIVIDATE CAMUNO, IN MARMO LOCALE