Arte Contemporanea nulla è perduto di Cristina Baldacci Alla Gamec di Bergamo una mostra per riflettere sul tempo e sull'impermanenza di tutte le cose a GAMeC di Bergamo ospita il secondo capitolo della , progetto pluriennale inaugurato nel 2018 con una mostra sull’informe e sull’invisibile nell’arte. , a cura di Anna Daneri e Lorenzo Giusti, è una riflessione sul tempo e sull’impermanenza di tutte le cose, comprese le opere d’arte. Anche l’arte più concettuale e astratta, quando non esiste esclusivamente come idea, è fatta di materia. Una materia che può cambiare e consumarsi ma che non si perde mai del tutto, come sosteneva l’illuminista Antoine- Laurent de Lavoisier, iniziatore della chimica moderna e tra i punti di riferimento della mostra (il titolo parafrasa un suo celebre detto). Come scriveva Tommaso Trini nel catalogo di (Berna 1969), è sotto la spinta degli artisti processuali e dei poveristi che la materia ha progressivamente assunto «i caratteri di un bricolage mentale e comportamentistico», mutando di pari passo (ma anche indipendentemente) con le attitudini che le danno forma. Concepita all’incrocio tra arte e scienza, la mostra si articola in quattro sezioni dedicate rispettivamente ad “Acqua”, “Aria”, “Fuoco”, “Terra”. A partire dal primo Novecento, i quattro elementi, che in natura definiscono gli stati di aggregazione della materia, sono stati adottati come materia dell’arte, non più soltanto metaforicamente. Tra i tanti esempi, alcuni dei quali in mostra, si possono citare l’Air de Paris che nel 1919 Marcel Duchamp racchiude in un’ampolla di vetro (a Bergamo c’è , fotografia scattata da Man Ray nel 1920 e ideata insieme a Duchamp, che elegge l’accumulo di pulviscolo depositatosi sul a opera d’arte). Oppure, il (1964-1967) di Hans Haacke, che indaga il processo di trasformazione di una sostanza da gassosa a liquida. Negli stessi anni, Haacke propone un’altra scultura vivente: un cumulo di terra inizialmente spoglia che con il passare del tempo si ricopre di un manto verde ( , 1967). Ci sono poi artisti, come Alberto Burri, Gilberto Zorio e Pier Paolo Calzolari (in mostra con , 1969), per cui il fuoco diventa materia, o meglio, mezzo di accelerazione nel processo di trasformazione della materia. In anni recenti, gli intrecci tra arte, scienze naturali e scienze sociali hanno assunto risvolti sempre più marcatamente processuali, partecipativi e ambientalisti. Aspetti che la mostra affronta anche grazie al ricco programma di incontri, proiezioni e laboratori organizzati in collaborazione con BergamoScienza e Fondazione Dalmine a scopo didattico e divulgativo. L Trilogia della materia Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione When Attitudes Become Form L’allevamento di polvere Grande vetro Large Condensation Cube Grass Grows Senza titolo. Gesti Hans Haacke, Large Condensation Cube (1964-1967). Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione GAMeC - Galleria d’arte moderna e contemporanea Bergamo, via San Tomaso 53 info: 035-270272 fino al 13 febbraio 2022 www.gamec.it