Il torinese Pietro Piffetti (1701-1777) è annoverato tra i più grandi ebanisti di tutti i tempi. Nonostante negli
ultimi decenni la ricostruzione biografica e professionale del geniale artigiano sabaudo avesse compiuto dei sostanziali avanzamenti, rimaneva ancora
avvolto nel mistero un momento fondamentale della sua carriera, ossia la formazione giovanile.
Un documento del 1763 certifica che il suo apprendistato si è svolto a Torino e numerose indicazioni ci orientano con decisione verso la bottega
del maestro veneziano Ludovico De Rossi (nato nel 1674 circa e del quale si hanno notizie fino al 1727). Tuttavia, la prima traccia documentale della
sua attività di ebanista è costituita da un noto scambio epistolare tra il marchese Ferrero d’Ormea e il conte Armano di Grosso, nel quale si parla di
un Piffetti ormai trentenne che viene richiamato in patria da Carlo Emanuele III di Savoia per assumere la carica di “regio ebanista”. È quindi
comprensibile che l’attenzione degli studiosi sia da sempre rivolta al soggiorno romano di Piffetti, dal quale il talento piemontese è tornato
trasformato in autentico artista: riconoscere la bottega presso la quale aveva perfezionato la sua tecnica rappresentava dunque il vero nodo da
sciogliere.
Finalmente è stato possibile individuare il suo maestro nella Città eterna: si tratta di Richard Lebrun, un francese spesso indicato nei documenti
con il nome italianizzato di Riccardo Bruni. Chi era costui? Non certo un Carneade, almeno non per i suoi contemporanei: l’indagine sugli esordi
professionali di Piffetti ha fornito gli elementi per tracciare una prima biografia di questo artefice e riunire un “corpus” di opere riconducibili alla
mano di un intarsiatore che deve ottenere il riconoscimento che merita nel panorama ebanistico internazionale.
Studi e riscoperte
Pietro Piffetti
L’EBANISTA
E IL SUO MAESTRO
Le recenti ricerche sullo straordinario ebanista del settecento hanno permesso di far luce sulla sua formazione giovanile, completata a Roma prima del rientro dell'artista a Torino alla corte sabauda. Una fase fondamentale per comprendere appieno le sue abilità tecniche e per conoscere l'identità del suo maestro.
Claudio Cagliero