Architettura per l'arte
Aldo Colonetti

UNA BOLLA DI SAPONE
PER IL CINEMA

Un altro sogno di Renzo Piano è diventato realtà. Il 30 settembre è stato inaugurato l'Academy Museum of Motion Captures a Los Angeles: una struttura creata, come ha affermato l'architetto genovese, «completamente al servizio del cinema»

Aldo Colonetti

Può avere una casa il cinema? Un’arte sospesa tra immaginazione, vecchie e nuove tecnologie e soprattutto una scatola magica che è il luogo fisico dove ciascuno di noi desidera sognare, mettendo la realtà quotidiana a confronto con uno schermo?

«Il mio museo», afferma Renzo Piano, «è il risultato di un grande lavoro collettivo tra lo studio, i protagonisti del cinema, in particolare i dialoghi con Steven Spielberg e Tom Hanks, e soprattutto il direttore del museo, Bill Kramer: il cinema a Hollywood è una grande fabbrica del futuro che guardando avanti ci dice anche da dove veniamo. Per questa ragione il progetto non nasce da una forma mentale astratta, da un disegno iniziale in grado di prefigurare il processo costruttivo. Qui l’architettura è completamente al servizio del cinema».

L’Academy Museum of Motion Pictures è stato inaugurato il 30 settembre, affacciato su una delle grandi vie di Los Angeles, Wilshire Boulevard, non lontano da un altro museo di Piano, il nuovo LACMA - Los Angeles County Museum of Art. Il gruppo di lavoro del RPBW Renzo Piano Building Workshop – Mark Carroll, Danie Hammerman, Jonathan Jones, Paolo Pelanda e Luigi Priano, in collaborazione con lo studio locale Gensler e con WHY Architects (per quanto riguarda il design degli allestimenti) – si è dedicato al progetto dal 2012.

Il museo occupa circa trentamila metri quadri, gli spazi espositivi sono più di cinquemila metri quadri, avendo a disposizione quasi cinquemila oggetti, dalle scarpette indossate da Judy Garland nel Mago di Oz (1939), ai robot di Guerre stellari (1977), fino al modello meccanico dello Squalo (1975). Al centro, il dialogo tra l’edificio, che dal 1939 ospitava May Company Building, una sorta di Rinascente californiana, e la sfera sospesa del teatro che rappresenta la grande invenzione di Piano: «Per me una bolla di sapone, per il mio amico Tom Hanks una specie di “Lanterna magica”; comunque anche una grande invenzione tecnologica perché lievita su otto ammortizzatori che sono altrettanto assorbitori di energia. Vuol dire che tutto l’edificio può rimanere immobile, a fronte anche di una oscillazione della terra di circa settanta centimetri».