L’Italia e il patrimonio storico-artistico. Un rapporto difficile. L’Italia e il teatro. Un rapporto drammatico.
Senza entrare troppo nel merito di ostiche decisioni e comprendendo la complessità di tenere in piedi strutture del genere, è però lecito rimanere
perplessi a proposito della recente demolizione, nel generale silenzio, dello storico Teatro comunale di Firenze, casa del Maggio musicale fiorentino
dagli anni Trenta del Novecento fino alla costruzione del Teatro alla Leopolda. Un luogo che ha visto passare la storia della musica e della danza
mondiali, da Kleiber a Nureyev, dalla Callas a Carla Fracci. Certamente “pieno di difetti”, “nato male”, “abbandonato”, “irrecuperabile”, però…
Una vicenda che torna alla mente leggendo ora della giusta battaglia del locale comitato Salviamo il Teatro di Gambassi (provincia di Firenze):
come ha scritto Tomaso Montanari lo scorso 11 ottobre sul “Fatto Quotidiano”: «Progettato nel 1920 e inaugurato nel 1927, quel teatro fu pensato come un
monumento per i caduti della Grande Guerra. Non la solita stele, targa, statua: ma un teatro!». Nel luglio scorso la giunta di Gambassi ha optato per un
progetto «che prevede non il recupero del teatro-monumento dei caduti, bensì la sua demolizione e la costruzione al suo posto di un nuovo edificio»
(brutto, se non orribile, ma ovviamente “polifunzionale”). Il comitato «sta cercando da una parte di ricondurre l’amministrazione comunale alla ragione,
dall’altra di indurre la Soprintendenza a fare il suo dovere, vincolando un monumento storico».
Che succede nella civile Toscana, in cui si demoliscono teatri con nonchalance e si deve sperare che il coraggio di pochi cittadini trovi ascolto
presso un’amministrazione pubblica sempre più distratta?
Save Italy
DEMOLIRE
SENZA ragione
di Leonardo Piccini