PLACES FOR PEOPLE

La formazione culturale e professionale di Renzo Piano.

La formazione culturale e professionale di Renzo Piano, e in seguito il dispiegarsi della sua carriera di progettista, è ancorata all’esperienza di alcune città: Genova, dove è nato e ha continuato a vivere; Milano, dove ha studiato al Politecnico e ha incontrato i primi maestri; Parigi, dove è approdato per costruire il Beaubourg e da cui non se ne è poi più andato. E poi New York, Londra, Berlino, Chicago, Los Angeles, Atene e molte altre. Da ognuna di queste ha preso, e in ognuna ha depositato, sotto forma di edifici, una parte delle precedenti esperienze. Tuttavia, nella differenza di forme immaginate e di materiali impiegati, alcuni caratteri metodologici legano i molti edifici progettati dal Renzo Piano Building Workshop; aspetti che aiutano a spiegare il peso determinante che il contesto urbano e il disegno dello spazio pubblico hanno nelle sue architetture.


Anzitutto ciò che Piano definisce «l’ascolto del luogo», cioè l’idea che l’edificio non debba planare come un corpo estraneo nell’intorno urbano, che non debba imporre la sua presenza chiassosa e spettacolare, che non debba stravolgere le trame sociali che la città ha nel tempo protetto e alimentato. Al contrario, il concept progettuale le prime idee abbozzate sotto forma di schizzi deve emergere dalle sensazioni che l’architetto percepisce visitando più volte il sito dove sorgerà l’edificio, come se i caratteri della nuova architettura dovessero essere implicitamente suggerite dal genius loci lo spirito che, nella tradizione latina, abita e imprime il suo carattere a un luogo. Il compito dell’architetto è dunque progettare un edificio che, sì, assolva rigorosamente alle sue funzioni, e che sia correttamente e solidamente costruito, ma il cui fine ultimo sia quello di alimentare il carattere urbano della porzione di città in cui si inserisce, riannodando lembi sfrangiati, ricucendo trame di percorsi pedonali, e aprendo spazi per la sosta e per l’incontro.