LE CAPITALI DEL GRAND TOUR

Anche se il mito dell’Italia è concentrato principalmente su Roma, identificata soprattutto per il valore dell’antico che sta alla base dell’identità dell’Occidente, questo primato è condiviso con le “cento città” che, per la loro origine quasi sempre radicata nell’antichità, per la varietà dei loro monumenti o l’eccezionalità della loro posizione panoramica, meritano una sosta.

Ma oltre alla Città eterna, sono state Firenze, Napoli e Venezia le vere capitali del Grand Tour, in quanto vi si svilupparono una serie di relazioni, una cultura e delle manifestazioni artistiche legate indissolubilmente proprio a questo fenomeno. Si possono dunque identificare una produzione intellettuale, una vera e propria arte e un gusto identificabili sotto il segno del Grand Tour.


Firenze

La prima città in cui il viaggiatore, arrivato in Italia dalle Alpi, o sbarcato a Genova o a Livorno, si trattiene più a lungo è la rinascimentale Firenze, capitale del Granducato di Toscana, governato dai Medici sino al 1737, e poi passato, quando l’illustre casato si era estinto, agli Asburgo Lorena, tra cui si distinse Pietro Leopoldo, figlio dell’imperatrice Maria Teresa, per la sua politica illuminata e per il suo mecenatismo, mirato alla promozione delle arti maggiori quanto delle manifatture artistiche. Firenze era famosa e visitata soprattutto per la grande collezione di antichità dei Medici, esposta nelle Gallerie degli Uffizi, e straordinariamente arricchita dopo il progressivo trasferimento, voluto da Pietro Leopoldo e terminato nel 1787, delle splendide statue conservate nella villa Medici a Roma. Nel grande museo fiorentino i visitatori, ammessi ogni mattina, potevano «conversare con divinità di marmo e imperatori pietrificati», capolavori ammiratissimi come la Venerel’Arrotino, i Lottatori, il Fauno danzante, circondati dai più stupefacenti dipinti del XVI e del XVII secolo.