IL RITRATTO COME SCRIGNO
DELLA MEMORIA E STATUS SYMBOL‌

Sia che siano stati ingaggiati pittori stranieri, sia, nel caso più frequente, che ci si sia rivolti ai pittori italiani più celebri, che non si fecero molti problemi nell’allentare il loro impegno nella pittura di storia per dedicarsi a un genere inferiore, la maggior parte dei ritratti dei viaggiatori furono realizzati a Roma.

La Città eterna appare quindi, con i suoi monumenti più importanti, sullo sfondo delle “conversation pieces”, quelle informali scene di insieme tipiche della ritrattistica inglese della seconda metà del Settecento, animate da quel nuovo senso delle relazioni sociali che traspare nel romanzo contemporaneo e che riflette la trasformazione della società nel paese dove è iniziata la prima rivoluzione industriale. Come nel caso dei giovani aristocratici messi in posa da da Nathaniel Dance Holland sullo sfondo del Colosseo, questi ritratti di gruppo evocano gli incontri che dovevano costituire tra i momenti memorabili del viaggio. Animati da una passione comune, il conte di Firmian, uno dei grandi ambasciatori e collezionisti diventati un punto di riferimento per la comunità cosmopolita degli stranieri in Italia, e i suoi amici si fecero ritrarre dal tirolese Martin Knoller durante un’escursione archeologica nei dintorni di Napoli.


Nathaniel Dance Holland, James Grant, John Mytton, Thomas Robinson e Thomas Wynn sullo sfondo del Colosseo (1760); New Haven (Connecticut), Yale Center for British Art.