Niun principe fece molto lavorare scultori e pittori, od ordinò monumenti magnifici». Leopoldo Cicognara faceva questa considerazione nel capitolo primo del VII volume della seconda edizione della Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia al secolo di Canova (Prato 1824). Si riferiva a quel periodo storico iniziato con il trattato di Aquisgrana, che aveva posto fine alla guerra di Successione austriaca, e conclusosi con la Prima campagna d’Italia, invasa dall’esercito della Repubblica francese guidato dal giovane generale Bonaparte. Secondo lo storico dell’arte e bibliografo ferrarese, la penisola, frazionata politicamente in tredici Stati, non era più all’altezza di un glorioso passato quando i sovrani erano stati splendidi mecenati, incoraggiando la cultura e affidandosi ad artisti di genio le cui opere erano diventate ed erano rimaste modello per tutta Europa.
