Finestre sull'arte

Un restauro
in diretta

di Federico D. Giannini

La Deposizione di Rosso Fiorentino, capolavoro del manierismo italiano, è stata sottoposta da qualche mese a un delicato restauro, visibile al pubblico nella pinacoteca civica di Volterra dove l'opera è conservata

È, forse, uno dei restauri più importanti di questo 2022, sebbene sia cominciato già da qualche mese: la Deposizione di Rosso Fiorentino, uno dei testi fondamentali del manierismo italiano, è in questo momento sotto le mani dei restauratori al lavoro per migliorare le condizioni di conservazione del capolavoro che ogni anno migliaia di persone ammirano alla Pinacoteca civica di Volterra (Pisa).

Mentre scriviamo, è da poco terminata la campagna diagnostica cominciata a settembre, che per la prima volta ha offerto un quadro complessivo sulla situazione pittorica e sulle sue modalità di realizzazione, e si stanno definendo le priorità d’intervento, in vista delle prime prove sulla superficie dipinta. A ogni modo, l’intervento più urgente è quello sul supporto ligneo: la grande pala, di oltre quattro metri d’altezza, realizzata per la Cappella della croce di giorno a Volterra dov’è rimasta sino al 1788 (quando fu trasferita in duomo per poi essere definitivamente assegnata, nel 1905, alla Pinacoteca), e composta da cinque tavole di pioppo, soffre infatti per i suoi cinque secoli esatti di vita (la Deposizione è firmata e datata 1521) e per i restauri che ha già conosciuto in passato, gli ultimi dei quali tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Per avere un’idea, basti pensare che le traverse che tengono assieme le cinque tavole sono in alluminio: furono inserite con il restauro del 1975, con l’obiettivo di rinforzare il supporto, ma al contempo hanno reso la struttura meno elastica, esponendola a un più alto rischio di danni causati da una maggior rigidità in risposta ai movimenti del legno. Col nuovo intervento, le traverse metalliche saranno rimosse.

I lavori di restauro, avviati dall’ex soprintendente di Pisa e Livorno, Andrea Muzzi, condotti sotto la sorveglianza dell’attuale soprintendente Esmeralda Valente, con la supervisione di Andrea Mercurio e di Elena Salotti, e materialmente eseguiti dal restauratore Daniele Rossi, coadiuvato dall’esperto di supporti lignei Roberto Buda, si stanno peraltro svolgendo davanti agli occhi del pubblico: per non privare i visitatori della Deposizione, il cantiere è stato lasciato a vista, e tutti, attraverso una vetrata, possono osservare in diretta il restauro e conoscere le varie fasi del progetto consultando un video-diario che è stato sistemato all’esterno della sala, al fine di raccontare non soltanto la storia dell’opera, ma anche il dettaglio delle singole operazioni che Rossi e la sua équipe stanno svolgendo sul dipinto. Stando alle previsioni, il restauro, finanziato dalla Fondazione Friends of Florence, durerà ancora poche settimane. E siamo tutti in attesa di vedere come la Deposizione si rivelerà al pubblico, cinquecento anni dopo che il Rosso Fiorentino la dipinse.