Necropoli di Giza, Egitto. 16 settembre 1978. Di sabato. Migliaia di giovani assistono a un suggestivo concerto dei
Grateful Dead, che entrerà nella storia del rock con l’album live Rocking the Cradle. Quella notte la suadente chitarra di Jerry Garcia si fuse
con le percussioni e con le voci gutturali del gruppo arabo che suonava con loro, con un effetto morbido, d’intensa poesia. Gli hyppie, convenuti da
vari paesi, con i loro torsi nudi si confondevano con le camicie bianche e le galabìe di cotone egiziano indossate dai giovani cairoti (nei video
dell’evento si vedono solo maschi fra gli arabi… purtroppo non stupisce). Garcia cantava «Ho bisogno di una donna il doppio della mia altezza,
statuaria, corvina, una dea della notte. Un’incarnazione segreta, una candela che brucia blu. Consulteremo gli spiriti, forse loro sapranno come fare».
Circolavano LSD e altre droghe allucinogene, Garcia non ne fece mistero – non ne ha mai fatto mistero – e come altri musicisti della sua generazione ne
sarà presto rovinato(1). Quando la luna si eclissò alle spalle della Sfinge – era tutto calcolato, il fenomeno astronomico era
atteso – molti giurarono di veder levitare le piramidi. Effetto degli acidi, ovvio. Anziché elefanti rosa, a Giza non si poteva che veder levitare le
piramidi. La Sfinge sembrò imperturbabile perfino alle vibrazioni e ai decibel. Resta il fatto che tonnellate di materiale per le scenografie e
per gli apparecchi acustici erano state scaricate sulla sabbia del deserto, proprio di fronte a lei, anzi davanti a lui, perché la Sfinge di
Giza, a differenza di quella di Tebe, sconfitta da Edipo, in realtà è un teriantropo: testa maschile di faraone, un tempo anche con barba, e corpo di
leone. Le vibrazioni possono aver causato, com’è stato ipotizzato dagli archeologi, il distacco di un grosso frammento dalla spalla, avvenuto a dire il
vero qualche tempo dopo(2). Forse la Sfinge era stata meglio quando, nei secoli, la sabbia del deserto ne aveva lasciata scoperta
solo la testa; oppure, come quando, ai tempi di Erodoto, che non la rammenta, era probabilmente coperta del tutto.
Quella notte di settembre del 1978, poco dopo il concerto, l’artista Adrien Boot, autore di una fotografia memorabile dell’eclissi lunare sopra la
Sfinge e le piramidi, dichiarò agli amici della band di non aver visto niente: nessuna levitazione, nessun immaginifico fenomeno
antigravitazionale. Il chitarrista del gruppo gli rispose: «Ma certo, non hai prestato attenzione, eri troppo impegnato a fare fotografie». Era uno
scatto formidabile, o meglio una serie di scatti ricomposti, lo si può ammirare online(3). Comunque, sarà una coincidenza, ma l’eclisse non
fu un evento sfortunato, a dispetto di quanto taluni ancora credono: il giorno dopo ci fu lo storico accordo di pace a Camp David fra l’Egitto di Sadat
e l’Israele di Menachem Begin. A chi abbia voglia di seguirmi ancora, consiglio di ascoltare quel concerto dei Grateful Dead, rimasterizzato qualche
anno fa e ancora fruibile sul web. Per chi preferisca altra musica, suggerisco il Giubileo dalle Feste romane di Ottorino Respighi, composto
nel 1927. L’ambientazione in questo caso è Roma, ma il ritmo incalzante e misterioso si presta bene a ciò che sto per raccontare.
Oggetto misterioso
SEGRETE FASCINAZIONI:
COCTEAU, LA LUNA, LA SFINGE
Gloria Fossi