Marc Augé lo definì «nonluogo», ovvero spazio non vissuto, ma occupato da chi transita freneticamente. Eppure, nell’immaginario collettivo l’autogrill detiene un posto d’onore. È il simbolo della rinascita della penisola e del boom economico.
È il 1947 quando Mario Pavesi decide di costruire un chiosco a lato della nascente autostrada Torino-Milano per vendere i suoi biscotti. Vuole una cosa “alla buona”, poco più di uno chalet dove proporre i suoi prodotti ai torinesi, “gente abitudinaria”. La decisione di rivolgersi all’architetto Angelo Bianchetti segna la nascita di un’icona, simbolo di avanguardia e modernizzazione, l’autogrill. Il grande successo dell’idea Pavesi si deve in egual misura al genio di Angelo Bianchetti che ha saputo dare valenza pubblicitaria a strutture che avrebbero potuto facilmente cadere nell’oblio. Nel dopoguerra, l’architettura autostradale è terreno franco, privo di qualsiasi riferimento culturale. Spazio da esplorare senza vincoli o limitazioni e Angelo Bianchetti è un architetto razionalista con stampo cosmopolita, uomo di grande estro creativo e forte personalità con una predilezione per l’architettura pubblicitaria.
Costruito nel 1947, il piccolo chalet a lato della strada vicino al casello di Novara mancava solo di una trovata pubblicitaria per diventare visibile agli automobilisti. Mario Pavesi, il farfallino giallo al collo e il gilet tutto abbottonato, ha le idee chiare. Durante un viaggio in macchina, aveva notato, all’altezza dell’uscita per Greggio (Vercelli), un grosso pneumatico dipinto che giganteggiava sull’autostrada. Non ricordava di che marca fosse, ma solo che impressionava. Ecco cosa ci voleva.
NEL DOPOGUERRA, L’ARCHITETTURA AUTOSTRADALE È TERRENO FRANCO, PRIVO DI QUALSIASI RIFERIMENTO CULTURALE.
SPAZIO DA ESPLORARE SENZA VINCOLI O LIMITAZIONI
SPAZIO DA ESPLORARE SENZA VINCOLI O LIMITAZIONI

