Tre istituzioni, il Kunstmuseum Basel di Basilea, la Tate Modern di Londra e il MoMA - Museum of Modern Art di New York, insieme, per presentare Sophie Taeuber-Arp: Living Abstraction, mostra dedicata al lavoro e alla storia personale dell’artista svizzera.
Figura emblematica, Taeuber-Arp fece dell’Arts and Crafts e delle arti applicate un “medium” di valore, rispettato, nel bel mezzo di una scena artistica europea che consegnava al mondo e alla storia dell’arte alcuni tra i più importanti movimenti d’avanguardia dei primi quarant’anni del secolo scorso.
Sophie fu l’incarnazione perfetta della modernità come donna e artista. Nata a Davos, in Svizzera, il 19 gennaio 1889, da una famiglia della media borghesia, dopo la scuola primaria scelse di proseguire gli studi all’Istituto per disegnatori e progettisti di San Gallo e là scoprì la passione per l’Arts and Crafts e gli altri movimenti di arte applicata.
Determinata ad approfondire questo suo interesse, nel 1910 è a Monaco per studiare alla Debschitz-Schule, fondata dall’artista Wilhelm von Debschitz e dallo scultore svizzero Hermann Obrist, uno dei massimi esponenti dello Jugendstil tedesco, movimento di cui Monaco, a partire dalla fine del XIX secolo, fu il centro d’irradiazione più vivo della Germania. La città tedesca era anche l’epicentro di una fervida realtà culturale europea. Nel 1909, Vasilij Kandinskij vi aveva fondato la Neue Künstlervereinigung München (Nuova associazione degli artisti di Monaco) e nel 1911, insieme a Franz Marc, formalizzerà la nascita e la prima mostra del gruppo Der Blaue Reiter (Il Cavaliere azzurro), alla quale parteciperanno, oltre a Kandinskij e Marc, Paul Klee, August Macke, Alexej von Jawlensky, Marianne von Werefkin e Gabriele Münter.
Presto Taeuber-Arp fece sua la lezione di Kandinskij sulla spiritualità nell’arte, sulle forme astratte e sull’uso del colore come medium. Come Living Abstraction rende evidente, l’artista cercò l’astrazione nelle strutture geometriche, e l’uso del colore divenne per lei ausilio della forma e filo conduttore della narrazione dell’opera stessa.
Visse tutta la vita del proprio lavoro.
A Monaco, per sostenersi economicamente, avviò una serie di atelier per la sperimentazione e l’insegnamento delle arti applicate, mentre poneva allo studio la progettazione di maschere e costumi di scena, ambiti che svilupperà in seguito e che diventeranno una parte fondamentale della sua produzione artistica, a cui la mostra dedica una ampia sezione.
Nel 1914 le tensioni politiche e i venti di guerra la spinsero a ritornare in Svizzera. Scelse Zurigo, città cosmopolita, culturalmente viva, meta e rifugio di emigrati politici, affaristi, agenti segreti, artisti, poeti. Ancora una volta un luogo al centro delle istanze culturali del tempo. Là, nel 1915, lo studente di architettura Tristan Tzara, Hugo Ball e il poeta e artista Jean Arp (Strasburgo 1887 - Basilea 1966) - che divenne compagno e poi marito di Sophie - fondavano il movimento Dada, una delle massime espressioni delle avanguardie artistiche del Novecento. Mentre lavorava nel suo atelier dove produceva oggetti d’arredo decorati, tappeti, addobbi, borse ricamate con perline, collane - prodotti amati dalla ricca clientela del negozio delle sorelle Savarin a Zurigo - Taeuber-Arp frequentava i corsi di danza di Rudolf Laban, una figura emblematica della danza espressionista. Grazie alle lezioni del maestro ungherese riuscì a trovare nuovi stimoli per il suo lavoro. Già ben introdotta nel movimento Dada, Sophie, insieme a Mary Wigman, massima esponente della danza libera tedesca, creò una serie di performance per le “soirées” dadaiste.
RICERCÒ L’ASTRAZIONE NELLE STRUTTURE GEOMETRICHE E L’UTILIZZO DEL COLORE DIVENNE PER LEI AUSILIO DELLA FORMA E
FILO CONDUTTORE DELLA NARRAZIONE


