Sono state davvero trascurate per secoli le donne? Se si parla di diritti rispetto all’uomo, certamente sì, ma se si allude a rappresentazioni artistiche e omaggi alla bellezza, alla grazia, al fascino femminili, certamente no. A dimostrarlo, due mostre che, insieme, presentano quasi duecento immagini di donne, dal Cinquecento all’inizio del XX secolo.
La prima, Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano, al Palazzo reale di Milano, curata con grande competenza da Sylvia Ferino-Pagden e già passata in versione diversa al Kunsthistorisches Museum di Vienna, è fortemente innovativa.
Dopo gli studi fondamentali svolti ormai alcuni decenni fa da Augusto Gentili e da Rona Goffen, le opere sono indagate nel loro significato e nel loro contesto, rileggendone i dettagli iconografici, anche alla luce di studi recenti. Che cosa rappresentavano, per esempio, i lunghi capelli delle donne sciolti sulle spalle o riuniti in complicate e sfarzose pettinature? O il seno nudo, il «mostrar le poppe», era un gesto lascivo o virtuoso? E lo sguardo, fuori o dentro il quadro? Ogni atteggiamento femminile, ma anche di coppia, viene analizzato attraverso fonti letterarie antiche, con un ampio lavoro di indagine documentato nei saggi di catalogo.
La mostra, che ha al centro Tiziano, si articola in sezioni che ci conducono dai “Ritratti” alle “Belle veneziane”, dalle “Coppie di amanti” alle “Eroine e sante”, dai “Letterati e poetesse” agli “Amori degli dei”, sino alle “Allegorie”. Un “prologo” presenta due capolavori - il Peccato originale di Tintoretto (Vienna, Kunsthistorisches Museum) e la Madonna col Bambino di Tiziano (Venezia, Gallerie dell’Accademia) - con le due figure femminili dell’Antico e del Nuovo testamento che hanno avuto un’influenza fondamentale nel determinare il ruolo della donna nella società cristiana lungo i secoli, compreso il Cinquecento veneziano.