In questa località del Sinis, presso Cabras, dopo rinvenimenti in un terreno agricolo forse inizialmente sottovalutati, in varie campagne successivamente portate avanti accuratamente a più riprese a partire dal 1975 e ancora in corso, furono trovati una vasta necropoli, di cui si conoscono finora centocinquanta sepolture, e infiniti frammenti di teste, busti, braccia, gambe, armi, eseguiti in pietra arenaria.
La necropoli è costituita quasi uniformemente da tombe a pozzetto, sul fondo del quale i defunti sono deposti seduti, con le gambe piegate: una modalità di sepoltura praticata anche altrove in Europa.
In Sardegna, sepolture confrontabili si trovano ad Antas, località su cui dovremo tornare. Abbondanti i materiali rinvenuti, fra cui frammenti di ceramica nuragica e in parte anche punica (il non lontano porto di Tharros era oggetto di un’antica frequentazione a partire da epoca fenicia, ma con precedenti attestazioni nuragiche nel villaggio di Su Muru Mannu), e reperti di vario tipo, fra i quali e uno scarabeo egiziano del Nuovo regno.
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