Arte contemporanea

biennale
GHERDËINA

Cristina Baldacci

Abolizione delle barriere socio-culturali, natura, migrazione e ibridazione sono i temi dell’ottava edizione

Sono entrambe attivamente impegnate su temi ambientalisti le due curatrici dell’ottava edizione della Biennale Gherdëina, la mostra ricorrente che dal 2008 si tiene nel paesaggio delle Dolomiti e della val Gardena, con opere scultoree, performative, partecipative, realizzate principalmente su commissione. Lucia Pietroiusti è a capo di progetti come General Ecology e Back to Earth, inaugurati alle Serpentine Galleries di Londra, e nel 2019 ha ottenuto il riconoscimento internazionale alla 58. Biennale di Venezia con la curatela del padiglione lituano, vincitore del Leone d’oro. Filipa Ramos ha svolto un dottorato in arte contemporanea alla Kingston University di Londra, con una tesi sull’interazione tra uomo e animale, inerente alla nuova disciplina degli Animal Studies, ed è stata recentemente nominata direttrice del Dipartimento di arte contemporanea di Porto (Portogallo). 


La mostra che Pietroiusti e Ramos hanno progettato si sviluppa lungo due percorsi principali: il primo riguarda l’arte come possibile forma di annullamento delle barriere socio-culturali e come portavoce dei diritti della natura; il secondo esamina i processi di migrazione e ibridazione degli esseri viventi e della materia. 


Tra gli artisti selezionati, c’è Alex Cecchetti (Terni, 1977), con il progetto itinerante Sentiero, che, dopo questa prima presentazione, farà tappa anche in Austria, Svezia, Germania, Regno Unito e Svizzera. Sentiero ha vinto la decima edizione dell’Italian Council, il premio della Direzione generale creatività contemporanea del Ministero della cultura, ed entrerà a far parte della collezione permanente del Museion di Bolzano. Si tratta di un’opera performativa, incentrata sull’azione del camminare, che invita il visitatore a “immergersi” consapevolmente nel paesaggio naturale e culturale montano. 


Sono presenti anche artisti come Chiara Camoni (Piacenza, 1974), la cui poetica interessa lo scorrere del tempo, la ritualità delle cose, la forza creatrice della natura, e il grande scultore-sciamano, nonché attivista, Jimmie Durham (Houston 1940 - Berlino 2021), da poco scomparso. 


Non mancano le collaborazioni in coppia, come quella tra la brasiliana Ana Vaz (1986), che vive a Lisbona, e il portoghese Nuno da Luz (1984). Il lavoro di Ana Vaz, che prende perlopiù la forma di film-saggi, è incentrato sul tema della decolonizzazione della natura ed è contemporaneamente esposto anche alla mostra Penumbra, organizzata dalla Fondazione In Between Art Film all’Ospedaletto e alla chiesa di Santa Maria dei Derelitti a Venezia, durante la 59. Biennale di Venezia.


Alex Cecchetti, Mountain Cabin, 2021. Progetto realizzato con il sostegno dell’Italian Council (10. edizione, 2021).