Progettato in tutta fretta da John Rennie e costruito in granito grigio di Cornovaglia, il ponte di Waterloo fu
inaugurato “a memento” della vittoria su Napoleone il 18 giugno 1817, due anni esatti dopo la sua sconfitta a Waterloo. Probabilmente Constable
assisté alla cerimonia ed eseguì “in situ” i primi studi. L’eccezionale interesse dimostrato per questo evento storico si deve certamente al suo
robusto sentimento patriottico e alla non meno accesa fede monarchica; senza dimenticare che il soggetto gli permetteva di lavorare su un paesaggio
urbano che poteva offrirgli comunque uno sfondo di vegetazione e acque in quantità.
Il quadro è sicuramente una delle più grandiose vedute di
Londra - ancora un “six footers” - che ci restano dopo la morte di Canaletto. Preceduto da una lunga serie di bozzetti, Constable vi lavorò per
quindici anni prima di decidersi a presentarlo nella sua versione definitiva alla Royal Academy nel 1832.
La cerimonia viene inaugurata dal
principe reggente raffigurato con il seguito sul molo ai piedi della scalinata di Whitehall. Le barche reali attendono il suo imbarco per il
tragitto fino al ponte che si staglia in lontananza sullo sfondo, insieme al profilo della città con la cupola di Saint Paul in gloria. Ma il nostro
sguardo decifra a fatica lo svolgimento della cerimonia. Rapidissimi e brevi tocchi di pennello uniformano personaggi, fiume, monumenti, cielo e
nuvole in uno stesso rarefatto e luminoso pattern visivo. La cronaca dell’evento si evolve in una sorta di trasfigurazione lirica. Il pittore si
concede una licenza inaudita, proprio là dove la fedeltà al soggetto doveva farsi d’obbligo. In definitiva prende le distanze dal soggetto stesso.
La pompa monarchica si fa pretesto per la sua più lungimirante prova di pittura allo stato puro. Prova sostenuta da una tavolozza preziosa, di
vibrante e atmosferico colorismo, da una pennellata veemente e un pigmento tattile che lascia sulla tela grumi materici. Per buona pace della Royal
Academy, il quadro diventa ben più che un sintomo di impressionismo.
La mostra annuale alla Royal Academy poteva consacrare un pittore o
deciderne la fine, Constable e Turner si trovarono per la prima volta a confronto diretto proprio all’edizione in cui Constable presentava la sua
Inaugurazione del ponte di Waterloo, quella del 1832. All’occasione pare che Turner osservasse preoccupato Constable dare le ultime
pennellate al suo imponente lavoro (del cui bozzetto l’autore diceva di essere riuscito a imprigionare la luce del giorno «quale Iddio onnipotente
ci ha dato»). Accanto all’esuberante tela del rivale, il piccolo Helvoetsluys di Turner appariva piatto e incolore. All’improvviso Turner
abbandona la sala e torna poco dopo con tavolozza e colori, sferrando una sciabolata di rosso al suo monotono mare grigio. È, letteralmente
parlando, la sua boa di salvataggio. Quella mossa farà dire a Constable :«È stato qui, e mi ha tirato una fucilata». Anche il fisico doveva
dividerli. Turner era basso, grassoccio, scontroso, mentre Constable di bell’aspetto, elegante, amabile nella conversazione. Divisi anche nei
riconoscimenti delle istituzioni. Turner fu eletto membro della Royal Academy a ventisette anni, Constable a cinquantatré, ma sappiamo che, in
confronto al collega, era uno che sapeva aspettare. Non tanto però per rendersi conto che il figlio Leonel, anche lui pittore, non aveva saputo
capire la grande, decisiva svolta che suo padre aveva dato alla pittura di paesaggio e alla pittura tout court. Più sensibile e accorta sarà la
figlia Mary, cui si deve la donazione al Victoria and Albert Museum di Londra del più ricco corpus di dipinti di Constable oggi esistente in
collezioni pubbliche.


Il quadro è protagonista della presunta sfida tra Turner e Constable alla mostra della Royal Academy del 1832.