Alec Soth (Minneapolis, 1969), da Sleeping by the Mississippi (Steidl, 2004),
si è reso artefice di una lettura dell’America emozionale e profonda, riuscendo a rappresentare il mondo sensibile che si cela dentro lo spazio tra
lui e il suo soggetto, nel loro dialogo non verbale.
È proprio questo che lo ha reso importante per la cultura visiva mondiale,
il suo riuscire a manifestare una dimensione privata, proiettandola successivamente nella rappresentazione del paesaggio americano, che risulta in questo modo intriso di un’intimità paragonabile a quella racchiusa tra le pareti domestiche. Nel rendere l’America scenario di una quotidianità emozionale Soth attinge, in qualche modo, da una certa visione fotografica americana, quella chiamata a raccolta da Peter Galassi nel 1991 al MoMA per l’esposizione Pleasures and Terrors of Domestic Comfort.
Quell’esposizione «è stata un’importante vetrina per mostrare il cambio di approccio e di prospettiva della fotografia americana nel ritrarre l’uomo, puntando l’obiettivo all’interno delle case - e non più esclusivamente sulle strade - per documentare la vita domestica delle famiglie (spesso anche quelle del fotografo stesso)»(*). Nelle immagini di Soth l’America diventa, in questo modo, “casa”, scenario delle storie e dei drammi della grande famiglia americana, di cui il fotografo stesso fa parte.
Recentemente, con l’uscita dei suoi due ultimi libri A Pound of Pictures e Gathered Leaves Annotated, entrambi pubblicati dall’editore MACK, si è potuto notare un cambio di rotta nella sua rappresentazione, focalizzata maggiormente nel manifestare non tanto la storia in sé quanto il suo processo di narrazione e di conseguenza ciò che è alla base del pensiero visivo di Alec Soth. Un pensiero che viene scomposto e rivelato dall’autore stesso. Quando un mago rivela i suoi trucchi solitamente il pubblico ne rimane deluso, privato di quella dimensione di stupore che lo fa palpitare; Soth è un fotografo invece, un fotografo che anima di magia e sorpresa gli strumenti stessi del suo lavoro, rendendoli essi stessi “trucchi del mestiere”, generatori di stupore immaginifico. Abbiamo parlato con lui di Pleasures and Terrors of Domestic Comfort, dei suoi ultimi lavori e della natura dell’immagine. In fin dei conti tutta la sua produzione è un grande cerchio dove l’inizio rimanda alla fine e la fine all’inizio, per poi ricominciare.
