Grandi mostre. 5
I giardini a Caserta

SCENARI
DEGNI DI UN RE

Il Parco della Reggia, insieme alla sua nascita con Carlo III di Borbone, alla sua storia e alle sue fonti di ispirazione, è il fulcro intorno al quale ruota il percorso espositivo dedicato ai giardini dal rinascimento al primo ottocento.

Lauretta Colonnelli

EEntrando nelle sale di rappresentanza dell’Appartamento della regina, dove si snoda la mostra Frammenti di Paradiso. Giardini nel tempo alla reggia di Caserta, lo sguardo arriva dritto alla fine del percorso, verso i finestroni affacciati sul celebre parco con la scenografica via d’acqua.

 
Intorno a questo parco ruota l’esposizione di oltre centocinquanta opere, che ne raccontano la storia, a cominciare dall’idea originaria, nata nella testa di Carlo III di Borbone dopo aver conosciuto i giardini di mezza Europa. E così l’esposizione, tra dipinti, disegni, sculture, arazzi, erbari, libri e interventi di arte contemporanea, diventa anche il racconto dei giardini attraverso i secoli che vanno dal Rinascimento al primo Ottocento, quando agli antichi tentativi di ricostruire il Paradiso terrestre, dove tutte le creature vivevano in armonia, si aggiunse l’idea del giardino come esibizione del potere e della ricchezza, come terreno per la sperimentazione botanica e la produzione agricola, come luogo di caccia e di giochi, feste, spettacoli teatrali. “Parádeisos” è la traslitterazione del termine greco di derivazione persiana con cui Senofonte descrisse i giardini di Babilonia. Frammenti di paradiso sono sparsi nelle sezioni che compongono questa mostra, curata da Tiziana Maffei, direttrice della reggia, da Alberta Campitelli e Alessandro Cremona.


Giardino come esibizione del potere e della ricchezza, come terreno per la produzione agricola, luogo di caccia e di giochi, feste, spettacoli teatrali