FINESTRE SULL’ARTE
La Galleria nazionale
dell’Umbria riparte
Federico D. Giannini
Leggeri, delicati, rispettosi delle opere. La Galleria nazionale dell’Umbria ha inaugurato a luglio i nuovi
allestimenti che giungono dopo un anno di lavori, ma non solo: è stato ripensato l’intero percorso di visita, cui è stato conferito un assetto più
armonico e moderno rispetto al precedente, sono stati introdotti interessanti apparati multimediali (c’è anche uno schermo che consente di
visitare virtualmente il museo com’era prima), è stata ideata una guida per bambini, e per la prima volta il contemporaneo entra nel percorso del
museo di Perugia.
Molte, dunque, le novità che il direttore Marco Pierini e la sua squadra hanno proposto al pubblico. Alcune soluzioni sono nate proprio tra le pareti della galleria e non hanno eguali altrove: è il caso, per esempio, delle innovative basi su cui sono stati collocati i lavori su tavola, progettate secondo un’idea dello staff del museo e sviluppata dall’azienda Arguzia di Benevento.
Sono dotate di sportelli dietro i quali si cela un braccio meccanico che consente di spostare l’opera in avanti, in totale sicurezza, per osservare il supporto: un’innovazione pensata per abbattere i costi di movimentazione e per consentire un monitoraggio più costante delle condizioni di conservazione, data la facilità con cui le tavole possono essere spostate.
Il percorso è stato ripensato per condurre il pubblico lungo un itinerario strettamente cronologico attraverso le opere della galleria, con alcuni focus: per esempio, sono state create due intere sale dedicate al Perugino, una con le opere della giovinezza e della prima maturità e l’altra con le opere tarde, e questo non solo per esporre al meglio il più importante nucleo peruginesco esistente (sono ventitre le opere di Pietro Vannucci che la galleria possiede), ma anche per affermare la centralità, per la storia dell’arte italiana, di un pittore che è stato spesso considerato giusto come il maestro di Raffaello. Ancora, è stata creata una sala dedicata all’arte del Novecento, che riunisce al momento opere di Gerardo Dottori, Alberto Burri, Piero Dorazio e Adalberto Mecarelli, e che in futuro vedrà l’esposizione a rotazione dei lavori di altri importanti artisti: l’idea è quella di dimostrare al pubblico che in Umbria l’arte non s’è mai fermata e che importanti vicende hanno continuato a scaturire dalla regione anche in tempi recenti. E che l’arte non si fermi è testimoniato anche dall’ingresso del contemporaneo nel percorso della galleria, come si è accennato: le nuove finestre della Cappella dei priori sono un’opera di Vittorio Corsini che ha riletto e reinterpretato le vetrate antiche, mentre la sala 20 ospita una grande pittura murale di Roberto Paci Dalò che ripercorre alcune capitali vicende della storia e dell’arte umbre.
Infine, tra le maggiori novità anche l’apertura al pubblico di una biblioteca di storia dell’arte che conta quasi trentamila volumi e che è stata allestita nella Sala del grifo e del leone. Per una Galleria nazionale dell’Umbria sempre più orientata verso la ricerca, verso i cittadini, verso il pubblico.
Molte, dunque, le novità che il direttore Marco Pierini e la sua squadra hanno proposto al pubblico. Alcune soluzioni sono nate proprio tra le pareti della galleria e non hanno eguali altrove: è il caso, per esempio, delle innovative basi su cui sono stati collocati i lavori su tavola, progettate secondo un’idea dello staff del museo e sviluppata dall’azienda Arguzia di Benevento.
Sono dotate di sportelli dietro i quali si cela un braccio meccanico che consente di spostare l’opera in avanti, in totale sicurezza, per osservare il supporto: un’innovazione pensata per abbattere i costi di movimentazione e per consentire un monitoraggio più costante delle condizioni di conservazione, data la facilità con cui le tavole possono essere spostate.
Il percorso è stato ripensato per condurre il pubblico lungo un itinerario strettamente cronologico attraverso le opere della galleria, con alcuni focus: per esempio, sono state create due intere sale dedicate al Perugino, una con le opere della giovinezza e della prima maturità e l’altra con le opere tarde, e questo non solo per esporre al meglio il più importante nucleo peruginesco esistente (sono ventitre le opere di Pietro Vannucci che la galleria possiede), ma anche per affermare la centralità, per la storia dell’arte italiana, di un pittore che è stato spesso considerato giusto come il maestro di Raffaello. Ancora, è stata creata una sala dedicata all’arte del Novecento, che riunisce al momento opere di Gerardo Dottori, Alberto Burri, Piero Dorazio e Adalberto Mecarelli, e che in futuro vedrà l’esposizione a rotazione dei lavori di altri importanti artisti: l’idea è quella di dimostrare al pubblico che in Umbria l’arte non s’è mai fermata e che importanti vicende hanno continuato a scaturire dalla regione anche in tempi recenti. E che l’arte non si fermi è testimoniato anche dall’ingresso del contemporaneo nel percorso della galleria, come si è accennato: le nuove finestre della Cappella dei priori sono un’opera di Vittorio Corsini che ha riletto e reinterpretato le vetrate antiche, mentre la sala 20 ospita una grande pittura murale di Roberto Paci Dalò che ripercorre alcune capitali vicende della storia e dell’arte umbre.
Infine, tra le maggiori novità anche l’apertura al pubblico di una biblioteca di storia dell’arte che conta quasi trentamila volumi e che è stata allestita nella Sala del grifo e del leone. Per una Galleria nazionale dell’Umbria sempre più orientata verso la ricerca, verso i cittadini, verso il pubblico.
