Non sarà ai massimi del mercato, ma Anselm Kiefer (nato nel 1945) resta uno degli artisti più noti del panorama
contemporaneo, dotato di tecnica sopraffina e portatore di messaggi di rara profondità. Le sue opere si trovano, per esempio, alla Guggenheim di
Venezia, alla Pirelli HangarBicocca di Milano, al Pecci di Prato e nei maggiori musei mondiali.
Un intero filone della sua produzione è dedicato alla riflessione critica sulle dittature del Novecento e sul loro impatto culturale. Tipica in questo
senso è Laßt Tausend Blumen Blühen! (Lasciate che mille fiori fioriscano!), una serie di quadri realizzati da Kiefer perlopiù all’inizio del XXI secolo
in rife- rimento a una frase pronunciata da Mao nel 1957. Con quelle parole, il dittatore sanguinario solo apparentemente apriva le porte alla
creatività artistica, mentre in realtà mirava a individuare i propri critici per poi punirli crudelmente. Nei quadri dello stesso ciclo al solito di
grandi dimensioni e creati con tempera, smalto, vernice a emulsione e oggetti vari apposti su carta fotografica intelata, la figura di Mao è sempre
presente. A volte, come nella versione che si trova alla Tate di Londra, è imponente e i fiori sono spine; in altre, si trova in secondo piano rispetto
ai fiori allora colorati, quasi tangibili, simbolo dell’invincibile potere della creatività.
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