GESÙ E GIUSEPPE NELL’ARTE
Non sono frequenti le monografie illustrate, scritte da specialisti d’iconografia sacra, e con piacere ci troviamo adesso a segnalare l’interessante volume di un emerito studioso francese, François Boespflug (classe 1945), già docente di teologia a Strasburgo, storico dell’arte ed esperto d’iconografia biblica, nonché autore di notevoli libri, come quello pubblicato in Italia da Einaudi (Le immagini di Dio. Una storia dell’Eterno nell’arte, 2012). Il soggetto del volume più recente, tradotto da Emanuela Fogliadini, è la «storia di una paternità eccezionale», come recita il sottotitolo: quella di Giuseppe, figura discreta e silenziosa – trattata più nei testi apocrifi che nei quattro Vangeli – nei confronti del figlio adottivo Gesù. Giuseppe, figlio di Davide, “guardiano” di Maria, non parla mai, nei Vangeli, nonostante sia fondamentale il suo ruolo in tanti episodi della vita di Gesù e Maria, sin dalla natività (dove quasi sempre appare addormentato) e dalla fuga in Egitto. Ed è interessante, come rileva l’autore, che esista un Giuseppe vecchio e riservato nell’iconografia orientale, mentre quello occidentale si trasformi col tempo nell’immagine di un uomo giovane, bello e affettuoso.
