LIBER VERITATIS

Il Libro d’Invenzioni, ovvero Libro di Verità, è un quaderno di fogli da disegno sul quale Lorrain dal 1636 riproduce a penna e bistro con lumeggiature ogni suo dipinto, con dettagli conosciuti solo da lui, per garantire se stesso e i clienti dalle falsificazioni delle sue opere. Baldinucci aveva assistito di persona alla genesi del Liber. Si tratta di un documento straordinario non solo per la bellezza dei disegni, ma per le notizie. Ogni disegno riporta infatti sul retro il nome del committente o il luogo di destinazione del dipinto, e dal 1647 la data di esecuzione dell’opera, la firma, a volte il prezzo e interessanti iscrizioni sul soggetto dell’opera. 

Il quaderno, in ottavo, era composto da centottanta (o centottantuno) fogli alternati in gruppi di quattro bianchi e quattro azzurri. La fine del libro originale fu raggiunta con il numero LV. 185 il 25 marzo 1675, come nota Lorrain sul retro dei documenti. Una ventina di altri fogli sciolti furono aggiunti in diversi momenti dell’attività e, dopo la morte, dagli eredi. A ogni numero di pagina è aggiunta la sigla «LV» (Liber Veritatis) e a completamento del libro una incisione del Sandrart con un autoritratto di Lorrain e un indice compilato dagli eredi. 

L’ultimo quadro di Claude, Paesaggio con Ascanio che colpisce il cervo di Silvia, del 1682 (Oxford, Ashmolean Museum), non del tutto finito, non compare nel Liber. Si presume che fosse ancora sul cavalletto alla sua morte, quindi il disegno non era ancora stato fatto. Qualche volta sono registrati i pendant, dipinti fatti in coppia, anche a distanza di tempo, di eguale misura, simili proporzioni interne, composizioni contrastanti e luce proveniente da lati opposti. Troviamo quadri pendant di Lorrain anche di autori diversi come Dughet e forse anche di Herman van Swanevelt, opere che i committenti accostavano a dipinti di Poussin e Tassi come succede nella collezione di Vincenzo Giustiniani. Nel Liber mancano ovviamente le opere del primo periodo e altre di minore importanza che lo stesso Lorrain non ha ridisegnato. Non è quindi un catalogo, ma uno strumento utile. Tra disegno e opera corrispondente c’è molta affinità, anche se spesso nel disegno alcuni particolari sono di proporzioni diverse per poter essere subito riconoscibili dall’autore. 

Il quaderno, lasciato in eredità alla figlia dell’artista Agnese, era passato alla morte di quest’ultima, forse nel 1716-1717, al nipote Joseph, che lo vende a un francese. 

Dopo un lungo peregrinare dall’Olanda all’Inghilterra alla Francia, il Liber viene offerto in vendita al re di Francia, che lo rifiuta. Ad acquistarlo è invece all’inizio del 1720 William Cavendish, II duca di Devonshire, che lo conserva nella Devonshire House di Londra. Smembrato, Il porto di Ostia con l’imbarco di santa Paola, dal Liber Veritatis (1636-1682), intero e particolare; Londra, British Museum. i fogli montati su altri più grandi e rifilati con l’attuale formato (cm 18,5 x 26), e la conseguente perdita di alcune iscrizioni, viene esposto nel 1837 a Chatsworth. Riprodotto a stampa dal 1774 al 1777 da Richard Earlom, e molto ammirato, ha una notevole influenza sull’arte del paesaggio inglese. Dal 1957 i fogli, riprodotti in un Liber Veritatis da Michael Kitson, sono conservati al British Museum, disponibili on line sul sito web del museo.


Il porto di Ostia con l’imbarco di santa Paola, dal Liber Veritatis (1636-1682), intero; Londra, British Museum.


Il porto di Ostia con l’imbarco di santa Paola, dal Liber Veritatis (1636-1682), particolare; Londra, British Museum.