«CLAUDIO DI LORENA»
A ROMA, LA FORMAZIONE

Claude Gellée detto Lorrain (il lorenese) è stato uno dei più grandi e famosi «pittori di paesi, prospettive e marine» del Seicento, come l’ha definito Filippo Baldinucci (1625-1696), che riporta la data di nascita nel 1600.

Vede la luce a Chamagne, piccolo paese della Lorena, antica Lotaringia, vicino a Nancy, una terra stretta tra Francia e Fiandre, retta allora da un duca in parte dipendente dal re francese. Sofferente per le guerre, dalla struttura sociale arcaica rispetto ad altri paesi europei. 

Terzo dei sette figli di Jean Gellée e di Anne Padose, Claude rimane orfano a dodici anni, come raccontano i biografi: Joachim van Sandrart, in un testo pubblicato a Norimberga nel 1675, e Filippo Baldinucci, nelle sue Notizie de’ professori di disegno da Cimabue in qua, uscito a Firenze nel 1728. Entrambi lo hanno conosciuto di persona: il tedesco Sandrart, pittore e teorico dell’arte, durante il suo soggiorno romano dal 1629 al 1635, Baldinucci in una visita nell’atelier romano del pittore, invitato a vedere il suo Liber Veritatis, un libro in cui dal 1636 Lorrain disegnava i suoi dipinti per salvaguardarsi dai falsi che giravano sul mercato. Baldinucci raccoglie inoltre le notizie biografiche dal nipote, Joseph. 

Le due fonti concordano in sostanza tra di loro, a parte qualche differenza nei primi anni. Sandrart sostiene che Claude, rimasto orfano, lavorò come apprendista presso un pasticcere. Un anno dopo, nel 1613, andò a Roma dove trovò un impiego a casa del pittore Agostino Tassi. 

Lì imparò il mestiere. Baldinucci invece scrive che, avendo «gran genio al disegno », Claude, rimasto orfano, seguì il fratello maggiore Jean, intagliatore del legno, a Friburgo in Alsazia, dove imparò a «disegnare rabeschi e fogliami». 

Un anno dopo, un parente, mercante di merletti, lo condusse con sé a Roma, dove il giovane prese casa dalle parti del Pantheon e continuò, da solo, i suoi studi di disegno aiutato economicamente dalla famiglia. Poi, bisognoso di denaro, avrebbe raggiunto a Napoli il tedesco Goffredo Wals, altro «pittore di paesi, lontananze e prospettive», già allievo e collaboratore di Tassi, per poi tornare a Roma due anni dopo nella bottega del maestro e rimanervi sino al 1625. 

È interessante sottolineare che per entrambi gli storici Lorrain arriva a Roma adolescente. Gli studi su Agostino Tassi degli ultimi decenni aprono un intrigante spiraglio su questo primo tratto della biografia di Lorrain. Quando Claude giunge a Roma, Tassi, esperto paesaggista, aveva accettato l’invito del Cavalier d’Arpino a lavorare per lui alla decorazione ad affresco di villa Lante a Bagnaia, a pochi chilometri da Viterbo, proprietà del cardinale Alessandro Peretti Montalto, pronipote di papa Sisto V. In questa villa, composta da due palazzine tra il verde e antiche case, aveva diretto i lavori di decorazione il celebre pittore Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino, spesso assente per i troppi impegni.


Paesaggio pastorale: la campagna romana (1639 circa), particolare; New York, Metropolitan Museum of Art.