Grandi mostre. 5
PISANELLO A MANTOVA

GLI OCCHI PUNTATI
SULLA GIOSTRA

Dame, cavalieri, armi e amori: non parliamo dell’Orlando Furioso, ma di un grandioso dipinto murale ispirato a Lancillotto. Realizzato da Pisanello nel Palazzo Ducale di Mantova, viene ora valorizzato, a cinquant’anni dalla riscoperta, con un nuovo allestimento e una mostra nella stessa reggia dei Gonzaga.

Marta Santacatterina

Che Pisanello avesse dipinto una grande opera murale all’interno del Palazzo ducale di Mantova si sapeva da alcune sfuggenti fonti quattrocentesche che citano una non meglio definita «salla del Pisanello». Ma che quei dipinti si fossero conservati e dove si collocassero non era proprio dato sapere, visti i numerosi interventi architettonici e decorativi subiti dalla residenza dei Gonzaga dal Quattrocento al Novecento. Evidentemente un tale mistero affascinò non poco il soprintendente Giovanni Paccagnini che attorno al 1965, con l’intuizione dei grandi conservatori, si mise alla ricerca di possibili tracce dei dipinti scomparsi e avviò una vasta campagna di indagini, concentrandosi non tanto negli ambienti del castello di San Giorgio quanto nella Corte vecchia, area allora considerata marginale ma che dal 1328 al 1459 fu abitata dai Gonzaga e che aveva già rivelato frammenti di decorazioni tardogotiche. 

La “facies” di molte sale era caratterizzata dagli interventi sette e ottocenteschi, e pure solai e pavimenti erano stati modificati, rendendo assai complicata la ricostruzione del loro aspetto originale. Tuttavia per capire la storia di un edificio è necessario vestire i panni di Indiana Jones e intrufolarsi in tutti i suoi anfratti, anche quelli più polverosi e apparentemente insignificanti: Paccagnini lo fece e, proprio nel sottotetto della sala denominata “dei Principi”, intravide la parte superiore di quello che oggi viene considerato un capolavoro assoluto di Antonio di Puccio, detto Pisanello. Da quel momento iniziarono i lavori che consistettero nella rimozione delle ridipinture di inizio XIX secolo e nello strappo degli affreschi del 1701 e di quelli sottostanti di età cinquecentesca. Anche il murale di Pisanello e le sue sinopie furono strappati per poterli restaurare e mettere in sicurezza. Infine, nel 1972, una mostra svelò finalmente al pubblico tutta la decorazione pisanelliana. 

A distanza di cinquant’anni, Palazzo ducale celebra quell’eccezionale scoperta con una nuova esposizione capace di porre in relazione l’opera dell'artista con il contesto tardogotico mantovano e di valorizzarla mediante un nuovo allestimento: si è infatti costruita una pedana che restituisce il livello originario del pavimento e, grazie a una nuova illuminazione e ad apparati didattici digitali, il dipinto risulta ora più leggibile e comprensibile nonostante i danni subiti nella sua travagliata esistenza.


Guarino Veronese, in un carme latino, scrive in onore di Pisanello: «ci sembra quasi di sentire il nitrito del cavallo da combattimento, di tremare al suono delle trombe»


Torneo di cavalieri (1430-1433), particolare, Mantova, Palazzo ducale, come tutte le opere presenti in questo articolo.


Torneo di cavalieri (1430-1433), intero.