GLI ULTIMI ANNI

Nell’ultima parte della sua vita e della sua carriera Lautrec si trova a dover combattere con un problema molto serio: il vizio del bere.

Una cattiva abitudine di cui probabilmente non c’è molto da stupirsi data la vita condotta dall’artista, che tutte le sere frequentava i locali di Montmartre dove l’alcol scorreva a fiumi e astenersene era praticamente impossibile.


Tra le bevande più consumate, anche il micidiale assenzio, un liquore per il suo colore detto anche la “fata verde”, che era tossico per l’organismo e creava dipendenza come una droga, tanto che poi se ne vietò l’uso. Gli alcolizzati della Butte, di cui Lautrec aveva più volte ritratto i volti inebetiti, ne conoscevano bene gli effetti devastanti ma anche lo stordimento consolatorio che ne poteva derivare. Un felice ottundimento che rendeva il consumo della deleteria bevanda per così dire “trasversale”, la sua diffusione molto vasta nella Francia di fine Ottocento e la sua popolarità molto grande anche fra gli artisti. Oltre a Lautrec, bevitori accaniti di assenzio furono per esempio Daumier, Van Gogh, Gauguin, Modigliani e anche molti scrittori, primo fra tutti Baudelaire che anzi riteneva questo e altri allucinogeni utili alla sua fantasia creativa.


Esame alla Facoltà di medicina (1901); Albi, Musée Toulouse-Lautrec.