Aldo Fallai. Da Giorgio Armani al Rinascimento. Fotografe dal 1978 al 2013 (Firenze, Villa e Museo Bardini,
fino al 10 marzo, www.bardinipeyron. it), con più di duecento immagini, sviluppa l’intero percorso fotografico di Aldo Fallai, fotografo toscano, che
s’impone sulla scena attraverso la lunga simbiosi creativa con Armani (villa Bardini). Fallai trasforma l’abito in immagine, la moda in storia del gusto
imponendo il nuovo stile del made in Italy. Il Museo Bardini (sezione del “Rinascimento”) documenta l’evoluzione del fotografo verso soggetti ispirati
all’arte del Cinquecento toscano.
Baily’s Stardust (Londra, National Portrait Gallery, dal 6 febbraio al 1° giugno, www.npg.org.uk)
offre la più ampia mostra di ritratti (più di duecentocinquanta) di una carriera di più di mezzo secolo dell’inglese David Baily (1938), eclettico
interprete dei mitici anni Sessanta. C’è anche l’eccitante Book of Pin-Ups (1965) con i personaggi più “fashionable” dell’epoca, brillanti,
disinibiti, di grande impatto visivo. Ma a settantacinque anni Baily è ancora padrone del mezzo presentando un’esplosiva immagine di Kate Moss del
2013.
A Royal Passion: Queen Victoria and Photography (Los Angeles, J. Paul Getty Museum, Getty Center, dal 4 febbraio all’8 giugno,
www.getty.edu) celebra con rari dagherrotipi il primo monarca inglese (1819-1901) ad avere la sua vita interamente documentata dalla macchina
fotografica e che fece della sua immagine il simbolo di un’epoca. Come la fotografa evolveva con gli anni, così anche la stessa immagine della sovrana:
da quella della giovane madre piuttosto intimidita dall’obiettivo a quella del monarca degli anni 1880-1890, in tutta la sua regale potenza, come
nell’immagine del giubileo di diamante (1897), che favorì un alto livello di popolarità della monarchia.