LA CREATURA
DEL DESIDERIO
Un libro per i fan di Camilleri e per chi non sappia la storia della “bambola” di Oskar Kokoschka (1886-1980). Il momento è propizio, dato che questo artista, fra i più eccentrici e complessi del Novecento, è oggetto di rinnovati studi e mostre. Fra le ultime, quella di Londra sul ritratto a Vienna nel 1900 (in cui spiccava la sua statura di pittore espressionisticamente partecipe di anni intensi e tragici), e quella di Rotterdam, sui suoi dipinti di persone e animali. Da giovane lo chiamavano “selvaggio”, perché si muoveva nei salotti viennesi con andatura impacciata e abiti inadeguati. Fu poi apprezzato come artista, scrittore e uomo di teatro (dipinse, ormai famoso, fin quasi alla morte). Della sua bambola hanno parlato di recente Francesco Permunian nel romanzo grottesco La casa del sollievo mentale (Nutrimenti, Roma 2012), ed Hélène Frédérick nella fiction La poupée de Kokosch-Rodolfo Siviero Avventure e recuperi del più grande agente segreto dell’arte francesca Bottari Castelvecchi, Roma 2013 304 pp., 60 ill. b/n € 20 Si rimane stupiti dalla maestria dell’autrice nel raccontare una storia complicata e controversa che lei stessa, con indagini documentarie serrate, fra Firenze e Roma, contribuisce a illuminare. Il libro, da leggere in un fato, narra la storia delle ignobili razzie e furti d’arte nazisti in Italia, che s’intrecciano con la figura di Rodolfo Siviero (1911- 1983) e di molti storici dell’arte, funzionari, custodi che contribuirono a proteggere o a recuperare migliaia di capolavori, archivi, biblioteche, trafugati per conto di Hitler o Göring. Siviero prima della guerra era stato in Germania per conto del governo fascista (quest’ombra ha pesato a lungo su di lui), da dove peraltro fu rimandato a casa come persona non desiderata; poi fu partigiano, ma soprattutto strenuo difensore del nostro patrimonio, scaltro agente segreto, a rischio della vita. Una vicenda non aneddotica eppure brillante, appassionata ma obiettiva. 82 cataloghi e libri FEBBRAIO 2014 a cura di Gloria Fossi ka pubblicata da Gallimard (Parigi 2012). Il racconto di Camilleri è un bel saggio, incalzante, più che una vera fiction, preceduto da un intenso prologo sul mito dei simulacri femminili: da Elena di Troia a Pigmalione fino a La moglie di Gogol che Tommaso Landolf scrisse nel 1954 quando ancora «non si parlava di bambole gonfiabili». Camilleri è ben documentato, e solo qua e là punteggia il racconto con immaginazioni e incursioni personali. Protagonista e quasi vittima di questa storia vera e inquietante resta sempre e comunque Alma Mahler, anche se l’ossessione di chi l’ha amata troppo e male, fra il 1912 e il 1914, l’ha ridotta a manichino pieno di ovatta, rivestito di sete e velluti dalle mani esperte di una creatrice di bambole, Hermine Moos, che ha impiegato nove mesi per farlo. Oskar porta a teatro la bambola a grandezza naturale, perché l’Alma vera è lontana, persa in altri amori, figli, matrimoni: la più bella donna di Vienna, musicista, compositrice, sposa di Mahler, Gropius, Werfel, ma non di Oskar, che amò più degli altri, Klimt a parte. Di Alma Mahler-Werfel si legga anche la bellissima autobiografa: La mia vita, Castelvecchi, Roma 2012, prefata da Leonetta Bentivoglio.
