Sono un centinaio i capolavori dell’antico monastero di Montserrat ospitati sino al 2 giugno al Forte di Bard (Aosta)
nella mostra Montserrat. Opere maggiori dell’abbazia. Un’occasione rara per ammirare una ricca collezione d’arte, di cui sono esposte opere
europee dal XV al XX secolo, raccolte con lungimiranza dagli abati benedettini.
Il monastero, dalle vicende travagliate, è stato ed è un faro di cultura. Situato a venti chilometri a est di Barcellona, a un’altitudine di
settecentoventi metri, era stato fondato nel 1025 per commemorare l’apparizione della Madonna sul monte di Montserrat (letteralmente monte seghettato).
Distrutto dalle truppe napoleoniche nel 1811, fu ricostruito trent’anni dopo.
Oggi ospita una comunità di monaci molto attivi, che continuano antiche tradizioni. Sede di un prestigioso “scriptorium” nel XII secolo, è attualmente
un vivace centro editoriale con la pubblicazione di un centinaio di libri e cinque riviste all’anno. Ha un’importante biblioteca, ricostruita dopo i
disastri napoleonici, con trecentomila volumi, incunaboli, cinquecentine, papiri, mappe antiche e periodici, informatizzata e aperta ai ricercatori.
Scuola di canto infantile nel XIV secolo, ai nostri giorni brilla per un coro di voci bianche, l’Escoliana, il secondo conservatorio musicale esistente
più antico d’Europa.
Quarto, ma non ultimo vanto del monastero, è il museo. Nato nel 1827 con la donazione da parte del canonico barcellonese Ramon Iglesias della sua raccolta d’arte, ben trecento quadri di pittura italiana e spagnola, ricostituito dopo i gravi saccheggi del 1836-1844, ha opere inerenti a settori archeologici, botanici, etnologici e una pinacoteca, da cui arrivano i quadri esposti nel Forte di Bard.