A volte l’animazione ci sorprende, perché la troviamo dove non ce la saremmo aspettati, oppure dove sembra non possa proprio stare. Ed è (quasi) sempre una sorpresa piacevole.
Chi avrebbe detto infatti che oggi, a contribuire a coltivare la memoria del passato e di un inquieto presente, ci venisse in soccorso il cinema di animazione, nato in tutt’altri tempi e con tutt’altri, e forse più effimeri, intenti? Eppure, è già una quindicina di anni che film come Persepolis (2007) e Valzer con Bashir (2008) si sono rivelati indispensabili a sintetizzare e far comprendere, specie da un pubblico giovane, gli orrori iraniani e libanesi. In attesa dell’uscita in dvd di Anna Frank. Il diario segreto (2011), su cui torneremo, e che appunto dimostra come niente sia precluso all’arte di animazione, almeno quando è un grande artista come l’israeliano Ari Folman a occuparsene, qui si guarda in casa nostra, a due prodotti italiani che arricchiscono questa già nutrita e agguerrita schiera di film d’animazione politicamente impegnati. Si tratta di due cortometraggi (firmati da una coppia di donne, Rosalba Vitellaro e Annalisa Corsi, la prima regista, la seconda animatrice), meritoriamente visibili in chiaro su RaiPlay. Il primo, La stella di Tati e Andra, uscito nel 2018, racconta la storia vera di due bambine sopravvissute miracolosamente alla prigionia di Auschwitz. Il film ha una tale delicatezza e adesione alla storia personale che non si può non raccomandarne la visione, specie a chi lavora in campo educativo-didattico (magari integrandone la fruizione con i documenti-interviste alle due donne, facilmente reperibili anch’essi su Raiplay). Ma è il secondo, Nel mare ci sono i coccodrilli (2022) a rappresentare la sfida più ardua. Perché qui si tratta di affrontare il tema ancora più divisivo dell’immigrazione e di urgente attualità. Il fatto poi che il libro di Fabio Geda da cui è tratto sia un “longseller” non è detto che faciliti le cose. La sfida è vinta qui, ancor più che nel film precedente, anche con scelte estetiche originali e coraggiose, come quelle di disegnare gli adulti come creature aliene all’universo dei bambini protagonisti e avvolgere i momenti più cruenti in un’aura fantastica e straniata quale deve per forza risultare la guerra e lo sfruttamento più feroce agli occhi infantili. Annalisa Corsi, che è anche illustratrice e animatrice all’interno di documentari (Fiamme di Gadda, 2012, La via della conciliazione, 2016, Padiglione 25, 2017) attinge ad artisti visionari come Tomm Moore, regista di La canzone del mare (2014), o Shaun Tan, co-direttore di The Lost Thing (2010).
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