L’ambiente
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Occorre ricordare che la confraternita di Nostra Signora, cui apparteneva Bosch, non limitava la propria attività alla preghiera, all’assistenza, ai funerali e, insomma, alle opere di carità.

S’impegnava anche in rappresentazioni a sfondo religioso, in balli simbolico-edificanti, in coreografie fantasiose nelle quali ricorrevano motivi terrorizzanti e demoniaci. È molto probabile che Bosch avesse una parte nell’immaginarne le scene e, forse, nella ricerca di quelli che oggi si direbbero “effetti speciali”.

D’altra parte, finita la guerra dei Cent’anni, nonostante le lotte dinastiche per il possesso delle ricche terre delle Fiandre, vigevano ancora privilegi ed esenzioni fiscali che favorivano la prosperità dell’intera popolazione(7). La ricchezza largamente diffusa, nonostante gli sconvolgimenti politici e gli scontri sanguinosi, produceva desiderio di vita e di piacere, mentre si formava un’atmosfera religiosa e sociale che preludeva alla Riforma.

Per conseguenza, si concretizzavano atteggiamenti e comportamenti in stridente contrasto fra loro. La contrapposizione principale era quella fra l’esasperato edonismo e le correnti mistiche, cui si affiancava, su un piano diverso, l’interesse per l’occulto. Il che, spesso, introduceva nelle rappresentazioni sacre notazioni e particolari capaci di suscitare scandalo e di provocare dure condanne da parte della Chiesa.

In un ambiente in cui le diffusissime “stufe” (bagni in comune ove non esisteva separazione fra uomini e donne) avevano la funzione delle case di piacere, mentre, come rilevava Johan Huizinga (1919), si tollerava ampiamente che le adescatrici cercassero in chiesa la loro occasionale clientela, era logico che il contrasto fra edonismo e moralità religiosa divenisse conflitto. L’azione del clero era debole e inefficace, poiché anche i suoi membri cedevano volentieri al richiamo della carne. Molti frequentavano assiduamente le “stufe” e non mancavano usi eterodossi, come l’elezione della “reginetta delle concubine”, che avveniva a Liegi e che portava alla scelta di «aliquam ex sacerdotum concubinis» durante le feste pasquali. La “reginetta”(8), una volta eletta, veniva condotta in chiesa, quasi in trionfo, e qui trovava, pronto per lei, un trono speciale che occupava durante le cerimonie. Come se non bastasse, a Gand, intorno al 1480, fu creato, fra i personaggi del carnevale, l’“Ezelpaus” (papa degli asini) dal quale derivano alcuni motivi caricaturali e di scherno usati dalla Riforma, nella sua feroce polemica antiromana e antipapale.

Tutto era possibile in un mondo nel quale echeggiavano ancora le prediche immaginose di Alain de la Roche, che parlava per figure apocalittiche (ma spesso tremendamente oscene) per meglio frustare la sensualità sfrenata dei suoi uditori, in un mondo che prediligeva l’Ars moriendi, opera quanto mai strana anche se a tratti pervasa di realismo. È l’epoca nella quale si stampa ad Anversa l’“editio princeps” olandese delle Visioni di Tundalo (1482), un’opera nella quale si racconta di un cavaliere irlandese dalla vita viziosa e dissoluta che, per grazia divina, visita in sogno l’aldilà e, in particolare, l’inferno. Due anni dopo, le Visioni vengono ristampate a ’s-Hertogenbosch, il che non è senza significato. Nello stesso 1484, Innocenzo VIII emette la celebre bolla Summis desiderantes affectibus per arginare magia e stregoneria dilaganti. Nel 1487 uscirà a Strasburgo quel Malleus maleficarum, scritto da Kramer e Sprenger, che diverrà, nelle mani dell’Inquisizione, un terribile “martello delle streghe”. Nel 1478 si era tradotta in olandese la Legenda aurea di Jacopo da Varagine, mentre nel 1494 si pubblica a Basilea La nave dei pazzi di Sebastian Brant, che avrà subito larghissima diffusione, suggerendo a Bosch il dipinto ispirato allo stesso motivo.

Quanto alle eresie più comuni, quella degli adamiti, ovverosia dei fratelli e delle sorelle del Libero spirito, era largamente diffusa nelle Fiandre e in Germania per tutto il XV secolo. L’importanza notevole di questa corrente è stata posta in primissimo piano da Wilhelm Fränger (1975). Lo studioso, per spiegare alcune delle opere più ermetiche o, se si vuole, criptografiche di Bosch, ha supposto una relazione dell’artista con una particolare variante di quella setta eretica: gli “Homines intelligentiae”. Così, il Giardino delle delizie di Madrid e il Trittico delle tentazioni di sant’Antonio di Lisbona sarebbero stati commissionati dal gran maestro della setta, Jacob de Almaengien che avrebbe “dettato” tutti i particolari.



La nave dei pazzi (1500-1510); Parigi, Musée du Louvre. La nave dei pazzi, libro di Sebastian Brant pubblicato nel 1494 a Basilea, ebbe subito larghissima diffusione e diversi rifacimenti, suggerendo anche a Bosch il dipinto dallo stesso titolo. Il tema della sanità mentale era all’epoca di attualità: corruzione, irriverenza e licenziosità dominavano gran parte della popolazione; il diffondersi di pratiche demoniache dava poi spesso luogo a squilibri comportamentali.

Il giardino delle delizie, tavola del Trittico delle delizie (1496), particolare; Madrid, Museo del Prado.