La formazione
e gLi inizi
di un artista universaLe

La grandezza eccezionale, spesso definita titanica, di Michelangelo Buonarroti come persona e come artista, è facile da percepire specialmente da parte di chi nasce o vive in Italia.

Portare allo scoperto le motivazioni di questa grandezza, sempre riconosciuta dagli esperti e dal pubblico nell’arco dei secoli seppure con differenze di apprezzamento nei diversi periodi, è in realtà un compito difficile, se non addirittura una sfida. Nella biografia d’artista che qui si propone, ispirata all’insuperabile modello storico e letterario delle Vite di Giorgio Vasari (1550 e 1568), si è scelto di narrare le circostanze della lunga vicenda umana di Michelangelo in stretta correlazione con le opere d’arte da lui progettate, avviate, compiute o interrotte, sottolineando di volta in volta i caratteri e i collegamenti che rendono pressoché ogni opera – che sia di scultura, di pittura, d’architettura, senza dimenticare la poesia – una pietra miliare dell’arte d’Occidente. E già nella frase precedente sono emerse alcune parole chiave, che indirizzano a comprendere gli aspetti salienti della sfaccettata e complessa presenza del Buonarroti nella storia d’Italia.

La longevità, anzitutto. Nato il 6 marzo 1475 e morto il 18 febbraio 1564, Michelangelo sfiorò, lucido e attivo, il traguardo dei novant’anni, rappresentando in questo una cospicua eccezione rispetto alla vita media del tempo e, in ragione dei suoi esordi precoci, disponendo di oltre sette decenni di lavoro da artista.

La molteplicità del suo ingegno creativo. Riluttante a farsi inquadrare nell’una o nell’altra categoria professionale, Michelangelo fu un artista completo, che nel padroneggiare le tre “arti maggiori” esertrafucitò strenuamente il disegno – processo progettuale e funzionale, tipicamente fiorentino – e compose poesie, il cui valore è riaffermato dai commentatori più recenti.

Il sistema delle relazioni. Nessun artista del suo tempo, neppure il pittore imperiale Tiziano, poté accostare una tal serie di personaggi influenti né annoverare protettori e committenti così autorevoli (a partire da Lorenzo il Magnifico per continuare con ben cinque pontefici), incontrando artisti, umanisti, religiosi e amici importanti, che segnarono la sua vita, talora coinvolgendolo – malgrado la sua naturale e prudente ritrosia – nelle più alte questioni politiche di un secolo profondamente travagliato per la penisola italiana, nel quadro delle vicende europee. Di conseguenza le sedi cui le sue opere furono destinate, tra le quali la città suprema della Cristianità, composta dalla basilica di San Pietro con il Palazzo apostolico vaticano, e l’insigne complesso di San Lorenzo protetto dai Medici a Firenze, rappresentarono e rappresentano tuttora apici eccelsi di fede, d’arte, di fierezza civile e dinastica, universalmente noti e visitati da un pubblico planetario.

La costruzione precoce del suo mito. Con Michelangelo ancor vivente, ne vennero pubblicate a stampa ben due estese biografie: la prima ad opera dello storiografo degli artisti Giorgio Vasari (1550), la seconda per ispirazione di Michelangelo stesso firmata dal suo assistente Ascanio Condivi (1553). Un’ampia e definitiva biografia del Buonarroti, Vasari la pose a coronamento della seconda edizione delle Vite, nel 1568. Nel frattempo la morte dell’artista aveva dato luogo a un’avventurosa apoteosi: il trafugamento della salma da Roma, le trionfali esequie di Stato in San Lorenzo a Firenze, la circostanziata orazione funebre di Benedetto Varchi e i componimenti in suo onore. Avrebbe fatto seguito, negli anni, la tomba monumentale in Santa Croce.

L’insieme di situazioni e fatti qui rapidamente accennato, eccezionale di per sé, si motiva e si rispecchia nell’altissima qualità raggiunta nelle sue opere da un artista instancabile dal talento supremo – un genio secondo la definizione più comune –, continuamente e talvolta duramente messo alla prova dalle aspettative esigenti dei suoi committenti.

La celebrità odierna di Michelangelo attraverso la critica, la letteratura, la divulgazione multimediale, costituisce per l’Italia e specialmente per Firenze e per Roma un tratto distintivo di attrattiva, contribuendo in larga misura all’immagine del nostro Paese quale patria del Rinascimento e scrigno di tesori artistici.


Madonna della scala (1492 circa); Firenze, Casa Buonarroti.

Ritratto di Michelangelo nelle Vite di Giorgio Vasari, seconda edizione (Firenze, Giunti, 1568).