LA DATA
DI NASCITA

In quella famiglia di Cadore che non è affatto rustica e montanara, ma che è al contrario, e per generazioni, una famiglia di notai e magistrati, quand’è che nasce Tiziano? Non si tratta di una questione filologica astratta, ma di una discriminante storiografica, da cui dipende l’interpretazione complessiva della pittura a Venezia nel primo decennio del Cinquecento.

Dal momento che quella questione ne sottintende un’altra: quand’è che Tiziano comincia a dipingere? Una lunga tradizione colloca la data di nascita di Tiziano al 1477. Questa tradizione dipende da una dichiarazione del pittore, che, in una lettera a Filippo II del primo agosto 1571, afferma d’avere novantacinque anni; ed è ripresa, tra gli altri, dal Borghini e dal Ridolfi. È oggi generalmente scartata, in considerazione del fatto che in quella lettera Tiziano chiede a Filippo il pagamento delle somme dovute per i suoi dipinti, e dunque, con ogni probabilità, si aumenta gli anni per impietosirlo.

Un’ampia parte della storiografia moderna pone invece la data di nascita fra il 1488 e il 1490: sulla scorta del Dialogo della pittura di Lodovico Dolce, in cui s’afferma che Tiziano non aveva ancora vent’anni quando collaborò con Giorgione al Fondaco dei tedeschi nel 1508; e delle informazioni contraddittorie del Vasari, che in apertura della sua biografia tizianesca enuncia una data di nascita al 1480, ma poi afferma che il pittore non aveva più di diciott’anni quando cominciò a seguire la maniera di Giorgione e che ne aveva circa settantasei al tempo della sua visita, ovvero nel 1566. Anche questa ipotesi ha le sue manifeste debolezze: Dolce, amico personale di Tiziano, gli abbassa forse l’età per farlo apparire particolarmente precoce; e Vasari, salvo che per le contraddizioni tutte sue, dipende evidentemente a sua volta dai dati forniti dal Dolce.
Una variabile data intermedia, tra il 1480 e il 1485, è stata più volte autorevolmente argomentata (soprattutto da Panofsky e Hope)(1) e sembra la più plausibile, anche per essere la sola che trova il sostegno non di scritture scarsamente affidabili, ma di ragioni direttamente ricavabili dall’opera stessa di Tiziano, in particolare dalla paletta di Anversa con Jacopo Pesaro presentato a san Pietro da papa Alessandro VI.


Ritratto di gentiluomo (1508-1509); Londra, National Gallery


(1) E. Panofsky, Problems in Titian. Mostly Iconographic, New York 1969, ed. it. Tiziano. Problemi di iconografia, Venezia 1992, pp. 178-181; C. Hope, Titian, Londra l980, pp. 10-11, 23-26.