Grandi mostre. 1 
LE CELEBRAZIONI DI PICASSO

sulle tracce
di picasso

RIPERCORRENDO LE ORME DI PICASSO, NEL CINQUANTENARIO DELLA SUA MORTE, ECCOCI A PARIGI E IN COSTA AZZURRA. NELLA PROSSIMA PUNTATA, SAREMO INVECE IN SPAGNA, TERRA NATALE DELL’ARTISTA ANDALUSO.

Gloria Fossi

Notre-Dame-de-Vie (Provenza), 8 aprile 1973. Nella villa poco distante da Mougins, alle spalle di Cannes, celata a occhi indiscreti, muore Picasso. La villa di ottocento metri quadri e trentacinque stanze è piena di opere che pochi hanno visto (saranno rese note dagli eredi con le migliaia rimaste nella villa di Cannes e nel castello di Vauvenargues presso Aix-en-Provence). Picasso muore per un attacco cardiaco, assistito dalla moglie Jacqueline. La notizia fa il giro del mondo.

Ha novantun anni, è ritenuto il patriarca dell’arte del XX secolo, ma lo si credeva immortale: circondato da un’aura di mistero, erano rarissimi gli amici ammessi negli ultimi anni al suo cospetto. Dei quattro figli, solo Paulo, avuto dalla prima moglie Olga Kokhlova, poté frequentarlo sino alla fine.

Picasso peraltro non divorziò mai da Olga e sposò Jacqueline solo nel 1961, quando la moglie era scomparsa da anni.

La villa di Mougins era stato il dono di nozze per Jacqueline mentre il castello di Vauvenargues, dietro la montagna Sainte-Victoire, acquistato nel 1958, era «le château de la marquise Jacqueline», come con ironia diceva Picasso della compagna, la più devota, se non la più seducente delle sue amanti.

Il castello di Vauvenargues, che è suggestivo veder apparire all’improvviso dalla strada deserta che si percorre da Mougins, ospita la tomba di Picasso. Vauvenargues è altrettanto deserta. Pochi bambini giocano oggi, 18 aprile 2023, davanti all’unico locale del minuscolo paese. Tutto parla di Picasso, e nel locale i pochi avventori sono di una gentilezza squisita. Intravedo un gatto rosso oltre il cancello, mentre vaga nei pressi della tomba di Picasso nel giardino.

Ma non si può entrare. Inutile insistere, dice il cartello.

La salma vi fu trasportata con un mesto corteo di quattro automobili, sotto un’insolita nevicata, il 10 aprile 1973. In realtà Picasso preferiva Mougins, nascosta sotto lo spiazzo che ospita la secentesca cappellina di Notre-Dame-de-Vie.

Perché tanta riservatezza? Da tempo Picasso era passato dalla notorietà dell’artista alla celebrità del personaggio, e questo gli toglieva concentrazione per lavorare. Osannato come una star del cinema, negli anni Cinquanta aveva posato “travestito” con maschere e atteggiamenti buffoneschi.

Da una parte irrideva il mondo che lo esaltava senza capire l’essenza della sua arte, dall’altra penso volesse consolidare quell’aura di leggerezza, di anziano camuffato da fanciullo, da lui sempre agognata.


Il giovane pittore (Mougins, 14 aprile 1972), Parigi, Musée National Picasso-Paris.


Il flauto di Pan (Antibes, estate 1923), Parigi, Musée national Picasso-Paris.


CAPOLAVORO MONUMENTALE, QUASI METAFISICO, RIVERBERO DI MITI MEDITERRANEI