Musei da conoscere
IL MUSEO DEL PAESAGGIO A VERBANIA

il paesaggio
è il fine e l'inizio

A VERBANIA, SULLE RIVE DEL LAGO MAGGIORE, LO STORICO MUSEO DEL PAESAGGIO RACCOGLIE DIPINTI E SCULTURE DAL QUATTROCENTO AL NOVECENTO, FRA CUI LA PIÙ RILEVANTE RACCOLTA AL MONDO DI GESSI ORIGINALI DI PAOLO TROUBETZKOY. ISTITUZIONE VIVACE E IN ESPANSIONE, DA QUEST’ESTATE HA ANCHE DUE OSPITI ILLUSTRI, DUE IMPORTANTI TELE DI PAOLO VERONESE.

Ilaria Ferraris

Un luogo pieno di sorprese, il Museo del paesaggio di Verbania. In un palazzo barocco nella località di Pallanza, sulle rive del lago Maggiore, dal nome potrebbe sembrare un museo dedicato unicamente a vedute della zona, per turisti occasionali in cerca di scorci pittoreschi. E invece la ricca collezione permanente spazia da esempi di pittura quattrocentesca fino a dipinti e sculture del Novecento; il nucleo più cospicuo è costituito dalla gipsoteca con un notevole numero di gessi originali dello scultore della Belle Époque Paolo Troubetzkoy (1866-1938), vicino alla Scapigliatura, nato a Intra. L’istituzione è vivace e in espansione, i progetti sono numerosi e di ampio respiro, con collaborazioni anche internazionali.

Il museo è la più antica istituzione culturale del Verbano Cusio Ossola, ideata nel 1909 da un illuminato professore verbanese, Antonio Massara (anche fondatore del giornale “Verbania”, ben prima che nel 1939 nascesse il Comune omonimo dall’unione delle due località di Intra e Pallanza). Dopo una fase iniziale in cui l’ente immaginato da Massara si configura come Museo storico artistico del Verbano e valli adiacenti, con l’intento di raccogliere testimonianze, cimeli, stampe, incisioni e fotografie di arte, storia e monumenti regionali, nel 1914 apre come Museo del paesaggio a palazzo Viani Dugnani, a Pallanza, per ospitare i dipinti ottocenteschi che conservano il ricordo e le atmosfere dei paesi sulle rive del lago e nelle valli retrostanti. Massara ha una concezione moderna, intende il paesaggio non semplicemente come panorama ma come ambiente naturale vissuto dalle persone che lo abitano, di fatto anticipando la definizione adottata nel 2000 nella Convenzione europea del paesaggio. Nel 1937 lo scultore Paolo Troubetzkoy – discendente da una famiglia aristocratica di origine russa –, residente in Italia, in Russia e poi a Parigi ma verbanese di nascita e di frequentazioni estive, dona all'istituzione alcune sue opere. Dopo la sua morte i suoi eredi devolvono al museo tutti i gessi conservati nei suoi due studi, quello di Suna, presso Verbania, e quello di Neuilly-sur-Seine, sobborgo di Parigi. A palazzo Viani Dugnani, la gipsoteca Troubetzkoy si dipana nelle sale del piano terra: busti e figure intere di grandi e piccole dimensioni, dalle pose dinamiche e contorni rarefatti; vivaci ritratti della moglie, dei bambini, del fratello o degli amici, fra cui celebrità come Tolstoj e George Bernard Shaw, lady Constance Stewart-Richardson come danzatrice o Giovanni Segantini, immortalato in bronzo con la testa voltata verso destra e i pollici sotto il panciotto; gessi per concorsi pubblici, come l’imponente Giuseppe Garibaldi a cavallo, di oltre tre metri, arrivato dallo studio francese; ritratti di animali, sua grande passione; la fascinosa ricostruzione dello studio, con le opere affastellate sui ripiani.


Paolo Troubetzkoy, Ritratto della moglie Elin nuda, 1910-1911, particolare, Verbania, Museo del paesaggio, come tutte le opere in questo articolo.


Una sala della gipsoteca Troubetzkoy al Museo del paesaggio di Verbania.


Il cortile di palazzo Viani Dugnani, sede del Museo del paesaggio.