Il sobborgo di Asnières-sur-Seine, a circa cinque chilometri da Parigi, è praticamente sconosciuto fuori dalla Francia. I villaggi che vengono spesso associati agli impressionisti, come Argenteuil per Claude Monet, Chatou per Pierre-Auguste Renoir o Bougival per Alfred Sisley, si trovano più a valle dove la campagna ha conservato il suo fascino idilliaco. La zona di Asnières-sur-Seine e dintorni, più vicina alla capitale, venne invece industrializzata già a partire dalla metà del XIX secolo con l’installazione di impianti per la produzione del gas e la lavorazione del carbone e, per questa ragione, attrasse cinque ambiziosi artisti desiderosi di cogliere i contrasti cromatici e paesaggistici di un’area in forte cambiamento.
Vincent van Gogh, Georges Seurat, Paul Signac, Émile Bernard e Charles Angrand decisero infatti di andare a dipingere proprio in quell’area: Seurat nel 1881 sull’isola della Grande Jatte mentre Signac e Bernard, insieme alle loro famiglie, addirittura vi si trasferirono, rispettivamente nel 1880 e 1884, ispirando poi Angrand e Van Gogh ad avventurarsi fuori dalla città alla ricerca di nuovi luoghi da trasformare in soggetti delle loro opere. A questo è dedicata la mostra al Van Gogh Museum di Amsterdam (dal 13 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024), in occasione della quale le opere realizzate da Van Gogh nei dintorni di Asnières-sur-Seine sono state studiate per la prima volta come un gruppo indipendente e confrontate con il lavoro di quattro artisti a lui contemporanei che hanno dipinto negli stessi luoghi.
Con capolavori come La pesca in primavera, il ponte di Clichy (Asnières) di Van Gogh, il bozzetto a olio per La Grande Jatte di Georges Seurat e Due donne sulla passerella di Asnières di Émile Bernard, questa esposizione riunisce settantaquattro opere (sessanta quadri e disegni) di cui ventiquattro provenienti da collezioni private e finora raramente presentate al pubblico. È il primo progetto che indaga sulla ragione del trasferimento in queste zone e soprattutto sull’influenza che questi luoghi ebbero sull’evoluzione della tecnica pittorica di questi artisti. Il panorama di Asnières-sur-Seine, ma anche quelli di Clichy, Courbevoie, Gennevilliers, La Grande Jatte, Levallois e Saint-Ouen influenzarono infatti profondamente i cinque pittori nelle loro riconsiderazioni circa l’utilizzo del colore e la definizione della pennellata, accendendo la loro creatività e spingendoli a sviluppare nuovi metodi per descrivere questa particolare realtà. Proprio come osserva Van Gogh in una sua lettera poco prima dell’arrivo a Parigi nel 1886: «L’unione degli estremi – la campagna nel suo insieme e il trambusto qui [in città] – mi dà nuove idee».
A differenza dei pittori impressionisti, che avevano trascorso molto tempo in luoghi suburbani dedicati al relax, questa successiva generazione di artisti preferiva i sobborghi nordoccidentali intorno ad Asnières-sur-Seine che con il loro sviluppo industriale rappresentavano invece lo spazio di un’interessante mutazione del panorama fisico e sociale. Il vocabolario visivo dell’area – i suoi ponti, gli argini, le fabbriche, i parchi e i piccoli villaggi – insieme alla luce del sole, all’acqua e al brillante colore della natura, spinse l’eterogeneo gruppo di pittori a un’intensa sperimentazione. Ogni artista esplorò l’uso della pennellata e dei colori in modi innovativi e sviluppò quindi nuovi stili pittorici ben rappresentati dalle tante opere in mostra.



