Possagno, nel verde della campagna trevigiana, è il luogo dove tutto ebbe inizio e tutto è giunto a conclusione. Antonio Canova vi nacque nel 1757, lì iniziò la sua formazione per poi vivere sostanzialmente altrove – Venezia e Roma soprattutto – la sua carriera di scultore di maggior successo del suo tempo, vera incarnazione dello stile neoclassico, disseminando di opere in marmo piazze, palazzi e collezioni di mezza Europa. Canova fu uomo di potere, autorevole modello per generazioni di artisti, attivo a livello internazionale anche con missioni diplomatiche prestigiose (sarà lui a essere incaricato di recuperare all’Italia i beni artistici sottratti dai francesi per volere di Napoleone).
Dopo la morte dello scultore, avvenuta a Venezia nel 1822, tutti i modelli originali in gesso dei suoi lavori – che si trovavano nel suo atelier a Roma –, insieme a disegni, calchi e tempere, furono faticosamente trasportati a Possagno dal fratellastro Giovanni Battista Sartori, sistemati nella casa natale dell’artista e lasciati al Comune con una donazione. Quel luogo oggi è il Museo Gypsotheca Antonio Canova.
L’abbiamo visitato con la sua direttrice, Moira Mascotto.
Gli ambienti che ospitano la collezione dei gessi sono in realtà due annessi cui si accede dal giardino della casa.
Il primo, una grande e sobria navata classicheggiante, fu progettato dall’architetto veneziano Francesco Lazzari nel 1836. Il secondo ambiente – progetto di Carlo Scarpa realizzato nel 1957, nel duecentesimo anniversario della morte dello scultore – si sviluppa parallelamente al primo; è un’ala più articolata nella struttura e caratterizzata dalla luce naturale che collega l’allestimento e le opere con il cielo, il verde e l’acqua del giardino circostante.
Visitare il museo di Possagno è un’esperienza totalizzante, è Canova in purezza, centinaia di gessi che sembra di conoscere da sempre; capolavori, che nella versione in marmo sono sparsi in musei molto lontani fra loro, appaiono qui tutti insieme. Puoi girarci attorno: Amore, Psiche, Ebe, Marte, Venere, Adone, Maddalena, le Grazie e le tre Danzatrici, Napoleone, sua sorella Paolina e George Washington sono tutti ospiti di quello che sembra un raduno storico-mitologico con dress code total white e un unico, comune connotato distintivo: un’indiscutibile, incantevole, classica bellezza.