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IL RITRATTO ITALIANO NEL RINASCIMENTO

Ottobre 2024

ART E DOSSIER N. 424

VEDOVA

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ROMANINO

ART E DOSSIER N. 425

Immergiti in un viaggio stimolante attraverso l'arte e la cultura. Da "FINESTRE SULL’ARTE" che esplora il mistero della mano di Caravaggio a "CORTOON" che ci porta nel mondo dell'animismo animato, fino alle grandi mostre che celebrano artisti iconici come Boccioni, Morisot e Hayez. Scopri anche le letture iconologiche sul magnetismo dei crocifissi romanici e molto altro. Esplora la bellezza e la complessità dell'arte.

ART NEWS

FINESTRE SULL’ARTE La mano è del Merisi? di Federico D. Giannini

CORTOON Animismo animato di Luca Antoccia

ART FAIR Abu Dhabi Art di Riccarda Mandrini

DENTRO L’OPERA - James Lee Byars La morte simulata. Un’esperienza mistica e artistica condivisa

XX SECOLO - Luigi Ghirri Giardini d’affezione

GRANDI MOSTRE. 1 - Boccioni a Mamiano di Traversetolo Sorprendente, anche in giovane età

GRANDI MOSTRE. 2 - Chronorama a Venezia L’era delle immagini

OUTSIDERS - Elie Nadelman Elie il bello

GRANDI MOSTRE. 3 - Berthe Morisot a Parigi Figure vestite di luce

GRANDI MOSTRE. 4 - Hayez a Torino La vita in un istante

GRANDI MOSTRE. 5 - Angelo Inganni a Gussago - Bella la vita di campagna

LA PAGINA NERA Abbandonato il “barcon” resta soltanto un bidon

STUDI E RISCOPERTE - La tenda dipinta Sul confine, tra realtà e illusione

GRANDI MOSTRE. 6 - Rubens a Mantova e a Roma Un sogno europeo

LETTURE ICONOLOGICHE - I crocifissi del periodo romanico Sguardo magnetico, occhi sbarrati

IN TENDENZA Rubens, un gigante

IL GUSTO DELL’ARTE Da spezia di lusso a ingrediente popolare

CATALOGHI E LIBRI

Versione cartacea

ABU DHABI ART GIUNTA ALLA QUINDICESIMA EDIZIONE, LA FIERA DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DELLA CAPITALE DEGLI EMIRATI ARABI UNITI OSPITA ARTISTI PROVENIENTI DA EUROPA, NORD AFRICA ED EST DEL MONDO Riccarda Mandrini Abu Dhabi è sempre più nota come “The Capital Culture”, la città destinata a ospitare le grandi istituzioni culturali. Il primo simbolo della trasformazione di Abu Dhabi in capitale culturale degli Emirati è stata l’apertura nel novembre 2017 del maestoso Louvre Abu Dhabi; entro il 2025 sono previste le aperture di Guggenheim Abu Dhabi e del Museo di storia naturale. N ovembre negli Emirati Arabi Uniti è un mese con temperature gradevoli. Si va dai 29-30 gradi centigradi di fine mattina ai 19 della sera e soprattutto nelle isole si gode una piacevole brezza che vien dal mare del golfo Persico. Così è anche per l’isola di Saadiyat, dove al Manarat al Saadiyat si tiene la quindicesima edizione di Abu Dhabi Art (21-26 novembre), la fiera d’arte moderna e contemporanea della capitale dello Stato mediorientale. Come ormai numerose fiere internazionali di arte moderna e contemporanea, Abu Dhabi Art è un evento curatissimo, con un grado di elevata complessità anche per le iniziative collaterali connesse. Eventi quali le fiere d’arte, oggi, devono rispondere alle esigenze sempre più sofisticate dei collezionisti e grazie all’accurato lavoro di ricerca fatto dalle gallerie, in diversi casi sono diventati il punto di riferimento di direttori di musei e curatori. L’edizione 2023 di Abu Dhabi Art vede la presenza di trentuno paesi, novantadue espositori, con un “display” di opere e artisti internazionali provenienti da Europa, Nord Africa ed Est del mondo, a cui si aggiunge, quest’anno, una selezione di gallerie dall’America Latina, dalla Georgia e da Hong Kong. Un pregevole focus è dedicato al lavoro delle artiste moderne del Nord Africa e del Medio Oriente, attraverso lavori che sempre più di frequente raccolgono un interesse a livello mondiale, come è successo per gli arazzi di Safia Farhat (1924-2004) presentati all’ultima Biennale d’arte di Venezia o di Baya Mehieddine, lo scorso anno protagonista con una personale all’Institut du Monde Arabe di Parigi.   A fornire un ampio credito alla fiera ha contribuito la sezione dedicata all’arte moderna extra occidentale, che appassiona una parte del pubblico, che ad Abu Dhabi Art ha trovato opere di rado presenti nei musei. Tra queste, vi sono i contributi dell’artista nigeriano Obiora Udechukwu (1946) – tra i fondatori del Nsukka Group (collettivo creato nel 1970 per promuovere l’unione di pratiche artistiche tradizionali e contemporanee) – proposti da Kò Art Space di Lagos. E ancora quelli di Farid Belkahia (1934-2014), marocchino, artista ed educatore, direttore dell’École des Beaux-Arts di Casablanca dal 1962 al 1974, rappresentato da Selma Feriani Gallery (Tunisi, Londra). E di Samia Halaby (1936), artista e attivista palestinese, che nelle sue tele fa incontrare la raffinata concettualità di due mondi, arabo e occidentale, valorizzata da trame astratte e da una decisa vitalità di colori. Uncontrollable Grief (1974). Le opere riprodotte in queste due pagine sono di Obiora Udechukwu. Writer (The Question in the Ink Bottle) (1976). Lyrical Forms (1975);

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NOVEMBRE 2023

ART E DOSSIER N. 414

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