Già da qualche anno la città di Reggio Emilia omaggia il suo figlio di sangue e arte, Luigi Ghirri, dedicando permanentemente un’ala di Palazzo dei musei a una mostra che racconta il suo pensiero visivo, spesso in dialogo con altri archivi. Quest’anno è il caso di Un piede nell’eden. Luigi Ghirri e altri sguardi. Giardini in Europa e l’architettura degli alberi, una riflessione sul concetto di paesaggio e spazio verde. Ne abbiamo parlato con la curatrice della mostra Ilaria Campioli.
La mostra allestita al Palazzo dei musei di Reggio Emilia, fino al 25 febbraio 2024, Un piede nell’eden. Luigi Ghirri e altri sguardi. Giardini in Europa e l’architettura degli alberi, si compone di tre blocchi espositivi, in dialogo tra loro. Ci spieghi la struttura? L’idea dell’esposizione ruota attorno alla mostra, curata da Ghirri insieme a Giulio Bizzarri nel 1988, Giardini in Europa, riprodotta parzialmente nelle sale del Palazzo dei musei di Reggio Emilia e le cui stampe vintage sono conservate alla biblioteca Panizzi [della stessa città]. La prima sezione “Luigi Ghirri e altri sguardi. Giardini in Europa e l’architettura degli alberi” ne rappresenta, quindi, in parte, il riallestimento.