Le grandi mostre milanesi del 1983 nella Sala delle cariatidi a Palazzo reale e nella Pinacoteca di Brera, del 2015 alle Gallerie d’Italia, dove per la prima e unica volta sono state messe a confronto le tre versioni del Bacio, il suo dipinto più popolare, hanno contribuito alla riscoperta e alla valorizzazione di un pittore – dato che nel frattempo ne veniva ricostruito da parte di chi scrive il catalogo – che si impone sempre di più come un protagonista assoluto del romanticismo europeo.
La nuova rassegna, qui descritta, in uno dei musei più completi del nostro Ottocento, come la Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino, intende anche riconsiderare, attraverso la presenza di opere inedite o mai esposte, Francesco Hayez da un nuovo e originale punto di vista, peraltro determinato proprio dal suo singolare rapporto con Torino. Come sappiamo, le sue città sono Venezia, dove è nato nel 1791 e con la quale ha conservato sempre un profondo legame; Roma, dove l’artista dal 1809 al 1817 si è perfezionato e ha raggiunto i primi traguardi grazie anche alla influenza decisiva del suo protettore Canova; Milano, dove ha trascorso la sua lunga esistenza dal 1823 sino alla morte nel 1882, affermandosi e venendo celebrato – gli è stato addirittura dedicato un monumento – non solo come il primo pittore del secolo, ma anche come uno degli interpreti del genio nazionale e quindi come uno dei padri del Risorgimento, a fianco degli amici Manzoni e Verdi.