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Rubens, un gigante

Quando sul mercato si affaccia un’opera di Rubens, l’asta è imprevedibile e le cifre milionarie. Come potrebbe essere il contrario con un talento del genere?

Daniele Liberanome

Quando si parla di un gigante del livello di Pieter Paul Rubens (1577-1640), il mercato dell’arte perde le sue regole e a dettarle è esclusivamente l’offerente, nonostante il grande pittore fiammingo sia stato spesso assistito da uno stuolo di assistenti e abbia quindi prodotto molto. In effetti, appena giunge sul mercato una sua opera di qualità si scatena una milionaria corsa all’acquisto.

 
Caso eclatante è quanto accaduto per la grande tela, Il massacro degli innocenti, che Sotheby’s di New York aggiudicò il 10 luglio 2002 per quasi 77 milioni di euro partendo da una stima di 6-9 milioni, dopo una maratona di rialzi fra otto contendenti durata una decina di minuti. E dire che prima di allora l’opera era tenuta in poco conto da una famiglia austriaca e che la paternità a Rubens era stabilita solo qualche settimana prima da Sotheby’s, mentre per secoli si era creduto che fosse stata creata da un discepolo di Rubens, Jan van den Hoecke. Ognuno può oggi farsi un’idea della qualità del dipinto. L’acquirente, il magnate canadese dei media, Kenneth Thompson, lo dette prima in prestito alla National Gallery di Londra, dove faceva ottima figura davanti a Sansone e Dalila sempre di Rubens, e poi lo donò alla Art Gallery of Ontario insieme al resto della sua collezione.


Straordinaria per altri versi è la storia di mercato di Ritratto di un uomo come fosse Marte, dipinto da Rubens nel 1620 e intriso di riferimenti ai modelli italiani - in primis Tiziano e Michelangelo - che l’artista aveva potuto ben conoscere nel corso del suo lungo viaggio nel nostro paese conclusosi nel 1608. La plasticità della figura serpentinata unita al piglio deciso del viso, che ben risaltano su uno sfondo scuro come nei capolavori del Cinquecento veneto, il virtuosismo nella stesura del colore, che è ben diversa a seconda delle aree della tela, non potevano che richiamare l’attenzione.