CATALOGHI E LIBRI NOVEMBRE 2023 PICASSO FUORI DAGLI SCHEMI «Questo sono io, Picasso. Qui e ora. Sono un talento, sono il re, ve lo dimostro oggi, ve lo confermerò in futuro». Così dichiara Picasso nel 1901, ventenne, in un folgorante autoritratto. È quello che Gloria Fossi sceglie in apertura a questa sua monografia sul grande artista, scomparso cinquant’anni fa. I musei di tutto il mondo gli hanno dedicato mostre tematiche e cataloghi, e il libro si pone come punto fermo e aggiornatissimo nella vasta letteratura picassiana. Anno per anno, seguiamo la vita e le opere di Picasso, troviamo nuove letture, frutto di ricerche sul campo, soprattutto nei musei a lui dedicati. L’immensa attività dell’artista, che si traduce in decine di migliaia fra dipinti, sculture, collage, assemblaggi, oltre a una vasta produzione grafica, viene qui raccontata attraverso una selezione dei punti cardinali della sua opera. Fuori dagli schemi, come recita il sottotitolo (riportato sul frontespizio), Picasso lo è sempre stato, e sembra dichiararlo già in quel suo autoritratto giovanile, acquistato nel 1912 da Hugo von Hofmannsthal il quale, poi, come ricostruisce l’autrice, rimase talmente impressionato dal pittore da farsi fotografare nella medesima posa. È una delle tante novità di questo libro, nel mare magnum del formidabile catalogo del maestro andaluso. L’analisi non solo delle opere, ma anche delle critiche, delle reazioni di amici e intellettuali (non sempre favorevoli alle sconvolgenti interpretazioni della realtà), gli intrecci culturali, le salde amicizie, le rotture, il ruolo non casuale delle compagne tendono a ricomporre una visione il più possibile obiettiva su un artista che, nonostante le apparenze, rifugge il cliché del genio/ artefice del proprio mito. Emergono dunque talento innato e ininterrotte metamorfosi, frutto di un vigore creativo con pochi precedenti nella storia dell’arte, scaturito in modo naturale, senza artifici. Agli inizi del XX secolo «poteva immaginare, Picasso, che sarebbe stato osannato come il patriarca dell’arte del XX secolo?» Sì, doveva immaginarlo, la sua era una vocazione consapevole, una tensione magica e sorprendente che gli ha donato, dalle prove giovanili a quelle degli ultimi anni, «fluidità e agilità di pennello, fermezza nei contorni e nelle linee, padronanza e assoluta libertà nei colori». Da giovane sembrava un artista adulto, talvolta camuffato da anziano, da vecchio si sarebbe camuffato da bambino, quasi un Cupido irriverente, sardonico o disperatamente accorato. Tutto ciò che ha fatto, come diceva, era tappa per tappa un lungo cammino, e le sue opere dovrebbero essere sempre viste in relazione fra loro. Dalla prima all’ultima, ritornano come in una forma sonata. Il libro svolge fili sottili, dalle prove influenzate da Lautrec, Goya, El Greco, al passaggio attraverso una guerra civile e due guerre mondiali. Mentre si scatenano profondi rivolgimenti storici, Picasso passa alle esperienze dei periodi blu, rosa, del cubismo, del cosiddetto primitivismo (sul quale qui si discute il significato), del suo personale ritorno all’ordine. E poi, la maniacale attenzione al momento creativo: quasi tutte le sue opere, perlomeno quelle da lui considerate fondamentali, hanno una data, talvolta persino il giorno della settimana. Significativo poi che i due dipinti più celebri, Le Demoiselles d’Avignon e Guernica, siano documentati da schizzi e studi preparatori, datati, con risvolti sorprendenti. Picasso aveva un suo archivio mentale che comprendeva Velázquez, El Greco, Ingres, Goya, Cézanne, Delacroix e altri. Non era il solo, in quegli anni, e l’autrice dipana il filo di Arianna del labirinto Picasso rilevando scontri e incontri con amici pittori come Braque, Derain, Matisse, con intellettuali come Apollinaire, Salmon, Cocteau, Man Ray, Éluard. Per non parlare delle relazioni con compagne come Dora Maar o Françoise Gilot, intellettuale e fotografa vicina ai surrealisti la prima, pittrice la seconda, che seppe tenergli testa come forse nessuna altra aveva saputo (o voluto) fare. Di Éluard, amico e sodale negli impegni pacifisti, resta il poetico ricordo della moglie Nusch, l’ammaliante musa del ritratto di copertina. Gloria Fossi Giunti Editore, Firenze 2023 240 pagine, 250 ill. colore € 49 GUSTAV KLIMT L’ORO DELLA SEDUZIONE Con i suoi ritratti magnetici, i disegni erotici, la raffinata, simbolica ricercatezza dei fregi monumentali, la profusione di ori e colori smaltati, gli intrecci fra arti decorative, pittura, grafica, architettura, musica, letteratura, Gustav Klimt svolge un ruolo primario nell’arte europea fra Otto e Novecento, non solo della Secessione. Oltre il mito e l’aneddotica, la biografia artistica dell’artisa viennese riserva nuove aperture, come ci conferma Eva Di Stefano, che nei suoi studi tiene un occhio di riguardo alle relazioni fra arti figurative, psicologia, iconologia. Il suo primo libro su Klimt pubblicato da Giunti nel 2006 ha riscosso successo anche in Francia e negli Stati Uniti. Esce adesso come strenna, impreziosito nella grafica, nell’apparato iconografico e in alcuni importanti aggiornamenti; primo fra tutti, l’enigmatico Ritratto di donna della Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza, ridipinto da Klimt su un’immagine femminile più antica, come scoperto nel 1996 dalla giovane Claudia Maga. Rubato nel febbraio del 1992 e rinvenuto in modo clamoroso nel dicembre del 2019, è stato oggetto di una bella mostra piacentina nell’estate del 2022 e di nuove indagini e restauri di cui l’autrice qui rende conto. Non sorprende che la sua storia sia diventata oggetto di racconti gialli, come scrive Di Stefano, che a proposito di questo e di altri ritratti di celebri donne austriache come Amalie Zuckerkandl, Adele Bloch-Bauer, Fritza Riedle sono «l’inconfondibile prototipo della bellezza muliebre nella Vienna degli ultimi anni di Francesco Giuseppe, e non solo per gli abiti o le acconciature, ma per il segreto impalpabile profumo che ne emana, per il sommesso melanconico palpito celato nella fisionomia. Così, «mentre a Vienna il linguaggio dell’arte diventava sempre più apocalittico, Klimt eleva di nuovo contro l’insidia un paravento di bellezza. [...]». Vienna, ci dice l’autrice, è uno dei fulcri dell’arte di Klimt. È «la città dove vivono Freud, Wittgenstein e Mach, dove viene riconosciuta per la prima volta la fragilità del linguaggio e la potenza del rimosso nella psiche, dove nasce la psicoanalisi, dove Musil scrive uno dei più grandi romanzi del Novecento, dove Mahler compone le sue sinfonie e Schönberg crea la musica dodecafonica, dove il rigore di Loos definisce l’architettura moderna». A Vienna «Hofmannsthal descrive la frantumazione dell’io e Schnitzler la nervosità sottesa al decoro borghese, segnalando nella progressiva crisi d’identità e nella introversione narcisistica i sintomi di un’angoscia nuova, il disagio di vivere in un’epoca assediata dal processo di massificazione». Eva Di Stefano Giunti Editore, Firenze 2023 240 pp., 64 fotografie b.n.; 258 ill. colore € 39 PARADISI PROIBITI STORIE DI SESSO, ALCOL E DROGA NELLE OPERE D’ARTE Le opere d’arte sono un gigantesco ripostiglio di storie. Storie che sollecitano riflessioni che vanno oltre il contesto strettamente storicoartistico. Molte di esse, per ragioni diverse, si installano nella nostra memoria per la loro singolarità. E cercano di dirci qualcosa; facendo le domande giuste e conoscendo la lingua potremmo scoprire cosa hanno da dire su ideali, religione, economia, cultura, società, costume, relazioni interpersonali, vedremmo come lascino trasparire pregiudizi, rivelino linguaggi di potere. Raccontano per esempio – è uno dei temi ricorrenti nel libro – come lo sguardo maschile abbia “costruito” un modello di rapporto uomo/donna che ha pervaso l’immaginario europeo. Questo volume ha selezionato una serie di immagini che hanno a che fare con la trasgressione, intesa come via di fuga dalla realtà. L’ambito è quello dell’arte “moderna”, intesa come il periodo che va dal Cinquecento alle avanguardie del primo Novecento. Perché questo è stato il periodo in cui ha preso forma la mentalità che ancora ci appartiene, con le sue fissazioni e contraddizioni, illusioni, miti e pregiudizi. È il periodo in cui l’arte si laicizza, inizia a scegliere i suoi soggetti al di fuori dei temi religiosi o storici o mitologici. Spesso cercandoli nella vita quotidiana. La scelta delle immagini segue tre direttrici principali: l’eros, l’alcol, la droga. Perché questi erano i terreni in cui più frequentemente le arti visive hanno collocato alcune possibili vie di fuga dalla realtà. Paradisi improbabili, aperture verso l’immaginario e il mondo dei desideri, disperate ricerche del piacere, tentativi fugaci e illusori, fallaci e provvisori, trasversali a culture, epoche e società. Mondi immaginari che raccontano qualcosa proprio sull’immaginario di chi li ha immaginati. Il libro si arresta alle prime avanguardie. Perché nel Novecento inizia un’altra storia. L’eros si normalizza, alcol e droga diventano parte del paesaggio creativo ed esistenziale in maniera stabile, la trasgressione è prevista, tollerata, a volte obbligatoria. Paradisi proibiti racconta questo viaggio, senza seguire un percorso metodico, organico: ogni capitolo parte da un’opera e poi lascia che altre si accatastino tutto attorno seguendo un filo più narrativo-associativo che saggistico. E a volte il filo è decisamente quello del gioco, del divertimento. Claudio Pescio Giunti Editore, Firenze 2023 272 pp, 200 illustrazioni a colori € 29