TRA NANI
E GIGANTI

Tra i più recenti sviluppi dell’iperrealismo, si impone lo scultore australiano Ron Mueck che ha esordito nel 1996 come artista iperrealista, dopo aver fatto molta esperienza nel campo degli effetti speciali cinematografici e televisivi, lavorando per esempio come produttore di effetti speciali nel film fantasy Labyrinth – prodotto nel 1986 e girato da Jim Henson, il famoso creatore dei Muppets – dove Mueck partecipò anche al doppiaggio prestando la voce a uno dei personaggi fantastici.

Le sue sculture sono stranianti fuori scala, corpi umani rappresentati come giganti o come lillipuziani, proprio come accade nel romanzo di Jonathan Swift I viaggi di Gulliver, rimanendo dunque in quella dimensione “fantasy” dove ha operato come tecnico cinematografico. Con Couple under An Umbrella, realizzato nel 2013, figure giganti di anziani in spiaggia sono al centro di uno spazio espositivo, mentre con Dead Dad del 1996, un minuscolo corpo morto è posto nel mezzo di un grande spazio.

Un caso molto interessante è costituito dall’esperienza iperrealista orientale, con un cospicuo gruppo di artisti cinesi, che stanno conquistando il pubblico di tutto il mondo. Leng Jun, che è in questo momento uno dei massimi esponenti dell’iperrealismo cinese, ritrae i propri soggetti dal vero, senza ausilio di fotografie, raggiungendo una precisione tecnica estrema, come si può vedere in ritratti come la giovane asiatica di Monna Lisa 2004. Li Guijun, invece, con dipinti a olio su tela quali Surprise del 2013 e Everything Is Fine as Always del 2011, racconta una Cina inedita, con allusioni e rappresentazioni che parlano di un disagio avvertito ma non espresso esplicitamente; in Surprise il vetro su cui la giovane ragazza preme le mani guardando in un punto lontano, disegna una gabbia presente, ma trasparente del tutto invisibile.

Tra i nuovi importanti artisti contemporanei c’è l’afroamericano Kehinde Wiley, che entra a pieno titolo nel fenomeno in espansione dell’iperrealismo statunitense, in una declinazione nuova, giacché per scelta ritrae solo ragazzi e ragazze afroamericani, mescolando cultura hip pop con raffinati richiami all’arte europea di antico regime. In grandi tele, ritrae giovani abbigliati con scarpe da ginnastica, jeans e acconciature “etno”, ma messi in pose mutuate da opere di Velázquez, David, Rubens e Géricault.

Napoleon Leading the Army over the Alps, dipinto nel 2005, oggi al Brooklyn Museum of Art di New York, oppure Shantavia Beale II dipinto nel 2012, mostrano alcuni dei temi di rivendicazione sociale che l’artista opera attraverso la complessa traslazione di forme colte europee in contesti contemporanei statunitensi.

Questa terza generazione di artisti iperrealisti ha rotto gli argini e sta mescolando ogni cosa in un ritorno tipicamente transmoderno(25), dove elementi moderni si fondono con altri post-moderni, dando vita a nuovi scenari culturali di contaminazione e di sconfinamenti.

Anche in Europa le nuove generazioni si sono lasciate conquistare dalle varie forme dell’iperrealismo, tanto che è quasi impossibile rendere conto delle centinaia di artisti presenti in tutte le nazioni da nord a sud, da ovest a est. L’elemento forse più interessante di questo fenomeno europeo risiede nel fatto che, per certi versi, è percepito come un fenomeno spontaneo a livello popolare ed è considerato anche come avverso ai circuiti ufficiali dell’arte che sono rimasti legati a tendenze novecentesche, considerate dai giovani ormai superate, innestando un fenomeno di ribellismo culturale. La dimostrazione di questo fenomeno si può verificare sul seguito che i giovani artisti iperrealisti raccolgono nei social. Inoltre, ovunque stanno nascendo accademie d’arte che si occupano di figurativo, con grande successo di iscritti.



Li Guijun, Chinese Cuisine (2000).


Ron Mueck, Couple Under An Umbrella (2013).