LETTURE ICONOLOGICHE 1 
LA MONGOLFIERA

PASSEGGERI E
SPETTATORI IN VOLO

Nel 1783 a Parigi decollò la prima mongolfiera. Un evento memorabile che potrebbe aver ispirato artisti come Vincenzo Angelo Orelli, che alla fine del XVIII secolo raffigurò, a bordo del pallone aerostatico, le virtù. Viaggiatrici insolite al pari di chi, di fronte a spettacoli simili, vola con la fantasia.

Mauro Zanchi

Sulla volta della sagrestia nella chiesa di Santa Maria Assunta a Grumello de’ Zanchi, una frazione di Zogno (Bergamo), Vincenzo Angelo Orelli – nato a Locarno nel 1751 e morto a Bergamo nel 1813 – ha immaginato le sette virtù in mongolfiera, e le ha dipinte negli anni Novanta del Settecento, circa un decennio dopo il primo volo accertato di un grande pallone aerostatico, il 19 ottobre 1783 a Parigi, capace di portare persone sfruttando l’aria calda per galleggiare nel cielo, creato ad Annonay (a sud di Lione) da Joseph-Michel e Jacques-Étienne Montgolfier (da cui il nome mongolfiera). Orelli ha realizzato un’immagine al contempo religiosa e ironica, dall’iconografia molto rara. Le tre virtù teologali: Fede, Speranza e Carità – che per la teologia cristiana riguardano Dio, sono infuse nell’uomo dalla grazia divina e permettono alle persone di vivere in relazione con la Trinità, animando l’agire morale cristiano – viaggiano sulla parte superiore del grande pallone, stando perfettamente in equilibrio sulla superficie sferica anche grazie alla grande ancora governata dalla Speranza.


OGNI FRUITORE DEL QUADRO È SPETTATORE POSTO DIETRO AD ALTRI SPETTATORI DELLA SCENA, CHE AVVIENE IN LONTANANZA, E PER CONCENTRARSI SUL MEZZO SOSPESO IN ARIA È COSTRETTO A OLTREPASSARE LE NUMEROSE PERSONE VISTE DI SCHIENA